Superbonus, in Campania il nodo delle opere non finite: in bilico lavori per 1,7 miliardi

L'appello di Manfredi​: «Mi auguro che il governo mantenga gli impegni e garantisca il completamento delle opere»

Operai edili al lavoro sulla facciata di un palazzo ricoperto da ponteggi
Cantieri fermi, crediti incagliati, imprese in crisi, contenziosi in arrivo e decine di migliaia di posti di lavoro a rischio. Il recente decreto del governo sul Superbonus...

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Cantieri fermi, crediti incagliati, imprese in crisi, contenziosi in arrivo e decine di migliaia di posti di lavoro a rischio. Il recente decreto del governo sul Superbonus complica ulteriormente un quadro che era già enormemente ingarbugliato. La Campania è stata, fin dall'avvio, una delle regioni che hanno beneficiato maggiormente della misura.

Sono 21.053, secondo i dati Enea aggiornati al 31 gennaio scorso, gli interventi avviati, per un importo complessivo di 4,733 miliardi di euro. Una quota, quest'ultima, che comprende gli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione, pari a poco più di 3 miliardi. «Questi sono i valori diretti - spiega il presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Napoli Gennaro Annunziata - e ad essi bisogna aggiungere le ricadute sull'indotto e i benefici occupazionali: studi di settore rivelano che in Campania, con 4,7 miliardi di interventi, sono stati generati in pochi mesi circa 78mila200 posti di lavoro». Una parte rilevante di essi risulta a rischio. Per gli addetti ai lavori, l'impatto della scelta del governo è potenzialmente più grave nel Mezzogiorno, dove l'edilizia ha sempre rappresentato un settore trainante, senza trascurare gli effetti positivi che i bonus hanno avuto sulla sicurezza sismica degli edifici e sulla loro efficienza energetica. Il comparto rappresenta in Campania, in termini di investimenti, l'8,8 per cento del PIL regionale e, in termini di occupazione, il 30,5 per cento degli addetti nell'industria. E il valore della produzione nel 2021, stimato dal Cresme solo per la provincia di Napoli, ammontava a circa 7,6 miliardi di euro. 

Nel decreto sul Superbonus, uno degli aspetti più rilevanti - sottolineano gli Ingegneri - è la differenza «tra chi può ancora usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura e chi non lo potrà fare». Sono tantissime le opere già avviate che difficilmente arriveranno ad essere ultimate. A questo proposito, Angelo Lancellotti, presidente dell'Acen, l'associazione dei costruttori napoletani, evidenzia come, dal blocco dei crediti, rischiano di scaturire aspetti di iniquità sociale. «Con il Superbonus - spiega Lancellotti - accadeva spesso che l'impresa anticipava la somma e iniziava i lavori. Dopodiché l'impresa stessa emanava la fattura, il condominio cedeva il credito e l'impresa la portava in banca. Nella migliore delle ipotesi, veniva erogata una certa somma e i lavori ultimati. Il decreto ora blocca la cessione del credito. Coloro che hanno un'elevata capienza fiscale hanno la possibilità di scontare in 5 o 10 anni, attraverso il credito di imposta, la somma anticipata all'azienda. Mentre coloro che non hanno questa disponibilità e non pagano tasse per somme di questa entità, non potranno anticipare soldi all'impresa. 

Solo chi ha la possibilità di pagare prima l'impresa e di rientrare dal pagamento, attraverso la compensazione dei crediti fiscali, può beneficiarne». Una novità che metterà in grave difficoltà tanti condomini. Il rischio è anche quello che scaturiscano migliaia di contenziosi tra le imprese e i condomini. Un altro aspetto da considerare è quello relativo ai tanti professionisti che avevano effettuato un lavoro preparatorio in vista delle opere. «Prima queste spese venivano coperte dal Superbonus. E adesso chi pagherà questi professionisti?». E, nel frattempo, resta sul tappeto la questione dei crediti bloccati nei cassetti fiscali di imprese e professionisti. «Il governo - sottolinea Paola Marone, presidente di Federcostruzioni - non ha individuato soluzioni. Così facendo si distruggono imprese, professionisti e famiglie». La federazione paventa fallimenti, contenziosi per opere incomplete e lavoratori espulsi dal mercato. Sulla questione, interviene anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi: «Alcuni miliardi di credito fiscale incagliato riguardano anche la Campania. Il blocco dei cantieri crea non solo problemi economici importanti, ma anche disagi. Mi auguro che il governo mantenga gli impegni e garantisca alle imprese, ai cittadini e ai lavoratori il completamento delle opere». 

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Il Mattino