Napoli, Tafuri presidente degli avvocati: «Elezioni tormentate, ora coesione»

Napoli, Tafuri presidente degli avvocati: «Elezioni tormentate, ora coesione»
L'avvocato civilista Antonio Tafuri, 53 anni, patrocinante in Cassazione, è il nuovo presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Napoli: nella sua prima...

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L'avvocato civilista Antonio Tafuri, 53 anni, patrocinante in Cassazione, è il nuovo presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Napoli: nella sua prima seduta di questo pomeriggio, il parlamentino del Foro partenopeo composto dai 25 consiglieri neoeletti, ha deliberato le nomine dell'ufficio di Presidenza.


Tafuri ha riportato 15 preferenze, contro le 5 di Nathalie Mensitieri, 1 di Luca Zanchini e 4 schede bianche. L'avvocato Giuseppe Napolitano è stato eletto segretario (17 preferenze, 4 Mensitieri, 4 schede bianche), all'avvocato Elena De Rosa è invece stata conferita la carica di tesoriere (16 voti, 5 Zanchini, 4 schede bianche). È stata una seduta breve, tutta concentrata sulle votazioni, introdotta dal consigliere decano Roberto Fiore e dal presidente uscente Maurizio Bianco che ha ringraziato i precedenti consiglieri e tutti gli impiegati di segreteria per il grande senso istituzionale mostrato e per l'impegno profuso durante il suo mandato.


Il nuovo consiglio durerà in carica quattro anni, la prossima settimana si procederà alla nomina dei due vice-presidenti. «Desidero ringraziare chi, dagli elettori ai consiglieri, ha inteso dare fiducia al sottoscritto: il momento delle parole è alle spalle, adesso bisogna rimboccarsi le maniche. Veniamo da elezioni tormentate - ha detto il presidente Tafuri nel suo discorso inaugurale - in alcuni suoi aspetti pittoresche, che chiedono un immediato riscatto: auspico che tutti vogliano mettere la propria professionalità al servizio dell'Avvocatura napoletana che mai come adesso ha bisogno di ritrovare coesione. Dobbiamo convincere noi stessi e chi ci giudica dall'esterno che siamo una forza credibile sul territorio, mi auguro spendibile a livello nazionale. Avverto il peso della responsabilità di voler fare quanto di buono è stato fatto in passato, magari migliorandolo. Cercherò di far camminare questo Consiglio a testa alta e per riuscirci so che occorre dialogare, questo dovrà essere il Consiglio del dialogo e della costruzione».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino