Si va dal «quatto quatto» dell'ex avvocato del Santobono, ai «prestiti» ai dirigenti Adisu, dazioni di denaro mai restituite che si trasformano per...
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Due giorni fa, Manna ha ottenuto la revoca degli arresti domiciliari, sostituita dal Riesame con una misura interdittiva: difeso dal penalista Francesco Cedrangolo, Manna è accusato di corruzione per aver svolto un ruolo di intermediario negli accordi presi tra Coci (in associazione con due esponenti della Manutencoop) e con lo stesso Poziello. Cambiato il quadro cautelare anche per altri due indagati nella storia del Santobono: è stato il gip a sostituire gli arresti domiciliari in una misura interdittiva per Pasquale Arace (direttore del reparto Sicurezza del Santobono); stessa soluzione adottata dal Riesame per Gaetano Russo (impiegato al Santobono). Cambia il quadro cautelare - sembra di capire - restano confermate le accuse. Ma seguiamo l'interrogatorio. Coci conferma la trattativa tra Poziello e la Manutencoop, che impone la regola del 2 per cento di tangente rispetto al tetto dell'appalto, poi racconta un paio di retroscena. Dopo aver vinto l'appalto, quelli dell'Ati vengono invitati nello studio di Manna. È una convocazione formale, «eravamo gli aggiudicatari provvisori, dovevamo fornire i vari chiarimenti che prospettava la stazione appaltante. L'avvocato Manna mi fa capire quatto quatto come noi dovevamo essere attenti nella rimodulazione dell'offerta e tutto quanto». Sul punto gip e pm chiedono chiarimenti al Coci: Manna parlava in modo formale o in via confidenziale?
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Il Mattino