Terme, la città di Castellammare in campo: «Patrimonio da salvare»

L'obiettivo è di salvare il termalismo e recuperare l'acqua dell'Acetosella

Le antiche terme
Una fondazione per coinvolgere i cittadini nella gestione delle Antiche Terme e garantire lo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio. A poche ore dall'accordo...

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Una fondazione per coinvolgere i cittadini nella gestione delle Antiche Terme e garantire lo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio. A poche ore dall'accordo tra Regione e Comune per l'acquisto da parte di Palazzo Santa Lucia dei beni delle Nuove Terme, a Castellammare prende vigore con sempre più forza l'iniziativa lanciata dal Comitato Terme di Stabia. Una riunione si terrà il prossimo 26 giugno per stilare tappe e obiettivi con la consapevolezza che il cammino sarà lungo e complesso.

«Una Fondazione senza scopo di lucro, gestita da professionalità che conoscono il settore e con la partecipazione degli enti ma sopratutto della città attraverso i suoi cittadini». Ecco l'incipit del documento che decine di professionisti hanno già condiviso. Lo sguardo è rivolto sia ai beni delle Nuove Terme che torneranno nelle disponibilità del Comune grazie all'accordo con la Regione, sia alla riapertura delle Antiche Terme che si lega anche all'imbottigliamento delle acque.

L'operazione da 180 milioni voluta dalla Regione prevede il nuovo ospedale al posto delle Nuove Terme e dell'albergo, mentre torneranno nelle disponibilità della città Parco Idropinico, Villa Ersilia e centro congressi. «Questi beni dovrebbero essere il polmone verde della città, spazio per eventi culturali e di promozione del "brand" Castellammare. Mentre la stazione della Circumvesuviana può determinare lo sviluppo delle Antiche Terme. Occorre quindi che venga riaperta e riconsegnata alla città - scrivono i promotori della fondazione - per favorire il collegamento sostenibile di cui abbiamo bisogno».

Insomma un nuovo disegno del termalismo che in parte era iniziato con la giunta Cimmino con la richiesta di fondi (12 milioni ottenuto con il contratto di sviluppo) e che ora comincia a prendere forma. Accantonata l'idea di riavere due stabilimenti termali, Castellammare potrebbe ritrovare il termalismo e l'imbottigliamento con la riapertura delle Antiche Terme (il progetto rivisto dalla commissione straordinaria prevede interventi nel parco, inglobando anche l'Acetosella, acquistata per 655mila euro). «La nostra prima battaglia è rivolta alle Antiche Terme - ha detto il prefetto Cannizzaro -, il primo obiettivo che abbiamo perseguito sin dall'inizio».

Il sogno della Fondazione, così come lo definiscono i promotori, coinvolge anche Eav che avrebbe il compito di riaprire la stazione di via Acton e collegarla a quella di Castellammare Centro con il Parco idropinico grazie ad un'ascensore che salirebbe fino al Solaro. «È chiaro - ha detto il presidente di Eav Umberto De Gregorio - che in questo nuovo scenario la prospettiva dell'ascensore inclinato prende di nuovo vigore. Eav inoltre inserisce nel suo programma di investimenti da sottoporre alla Regione la riapertura della stazione Terme e sta valutando di annullare la precedente concessione per un B&b mai attivato». I locali dell'ex stazione delle Antiche Terme sono transennati ormai da anni e ostaggio di un braccio di ferro tra concessionario che vinse un bando dell'Ente Autonomo Volturno per la creazione all'interno di un punto di ristoro e B&B lasciando un passaggio libero per la stazione e gli enti che dovrebbero rilasciare il nulla osta perché le opere proseguano. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino