Terme romane di via Terracina, l’appello degli esperti: «Prevenire ulteriori danni al sito»

Terme romane di via Terracina, l’appello degli esperti: «Prevenire ulteriori danni al sito»
Ci sono anche le terme romane di via Terracina al centro del degrado e dell’abbandono. Un complesso archeologico risalente al II secolo d.C., rimesso in luce nel 1939...

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Ci sono anche le terme romane di via Terracina al centro del degrado e dell’abbandono. Un complesso archeologico risalente al II secolo d.C., rimesso in luce nel 1939 durante i lavori di costruzioni della vicina Mostra d’Oltremare. Una serie di mura, pavimenti e mosaici che restituiscono e descrivono l’importanza del benessere fisico per gli antichi romani. Oggi l’area viene riaperta a singhiozzo e solo per visite o giornate dedicate allo studio e alla salvaguardia dei beni culturali. Un vero “spreco” secondo gli archeologi che nel passato hanno contribuito alla ricerca ed alla conservazione di questo importante complesso termale. 


«Siamo dispiaciuti per lo stato in cui versano le terme – afferma l’operatrice turistica Arianna De Cenzo – che abbiamo sempre cercato di valorizzare. Lo facemmo attraverso un progetto con l’Università Federico II che poi è naufragato. Ci spiace ancora di più vedere che chi dovrebbe occuparsene non lo fa. Ci sono associazioni e gruppi che di tanto in tanto aprono i cancelli ma che, come si può vedere, non riescono a contribuire alla cura degli importanti reperti presenti in zona». 
 
Proprio questo è il problema che si cerca di sottoporre all’attenzione della soprintendenza. Una difficoltà oggettiva nella gestione del sito che recentemente ha subito anche un crollo di alcuni alberi che lo circondano: «Questo cedimento – dichiara l’archeologa Paola Filardi – è stato causato da alcuni studenti che tempo fa si misero al lavoro nel terreno adiacente. Un momento di particolare allarme che venne riscontrato anche dai responsabili della Mostra d’Oltremare che si videro costretti ad intervenire. Ci auguriamo che al più presto ci si possa rendere conto dell’importanza di questa testimonianza del passato che mai come ora dovrebbe essere tutelata. La nostra speranza è che gli enti preposti possano capire quanto sia necessario vigilare e prevenire ulteriori danni». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino