Terra dei fuochi, Di Donna a De Luca: «Anche se difficile, dialoghiamo»

Monsignor Di Donna durante la conferenza online
ACERRA. “Noi vescovi campani cerchiamo il dialogo con la Regione, ma non è facile perché talvolta siamo su posizioni distanti”. Lo ha confessato il...

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ACERRA. “Noi vescovi campani cerchiamo il dialogo con la Regione, ma non è facile perché talvolta siamo su posizioni distanti”. Lo ha confessato il presidente della conferenza episcopale campana, monsignor Antonio Di Donna durante la presentazione del convegno “Custodire le nostre terre” che si terrà  sabato ad Acerra. Il pomo della discordia tra De Luca e la chiesa campana è l’ambiente e le bonifiche mai realizzate. “Ma noi dobbiamo insistere perché siamo condannati al dialogo, alla collaborazione per il bene comune”, si auspica monsignor Di Donna. 


Un auspicio al dialogo che fa il paio con quello relativo al “pentimento di qualche industriale del Nord e di qualche politico al riguardo" responsabili insieme ai camorristi locali dell’interramento dei rifiuti tossici nella Terra dei fuochi. 


«Ambiente, salute e lavoro non sono alternativi, ma sono legate indissolubilmente tra loro» è il  grido di monsignor Carlo Maria Radaelli a nome di 78 vescovi italiani le cui diocesi insistono su territori contaminati ed inseriti in 42 siti di interesse nazionale. Sabato prossimo ad Acerra si incontreranno online  per  realizzare un coordinamento permanente nazionale  a difesa dell’ambiente e per la diffusione dell’enciclica ecologica del papa “Laudato si”.  Ma anche per interloquire con le istituzioni affinché realizzino le bonifiche dei siti inquinati. 


«Tutte le diocesi sono interessate dalla situazione di degrado e la 'Terra fuochi', mi piace sempre sottolinearlo, non rappresenta un'area circoscritta ma un fenomeno esteso a tutto il territorio nazionale”, spiega don Antonio Di Donna.
L’ incontro è preliminare alla programmata visita del Papa ad Acerra solo rinviata l’anno scorso a quando le condizioni della pandemia lo consentiranno.
“La questione delle bonifiche è un ‘esigenza che non si può rimandare”, ha fatto eco l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro che ha denunciato l’immobilismo dei governi nell’affrontare l’inquinamento provocato dall’ acciaieria Ilva.  


I due prelati insieme al presidente della commissione Salute della CEI, Carlo Maria Radaelli, arcivescovo di Gorizia,  hanno presentato l’appuntamento di sabato prossimo dal titolo “Custodire le nostre terre”, che vedrà riunirsi, online, ad Acerra 78 vescovi a sei anni dalla pubblicazione dell’enciclica “Laudato si” e per trovare un cammino comune. 


“La Chiesa italiana metta l’impegno ambientale nelle sue priorità pastorali”, esorta monsignor Di Donna. Per rilanciare l’agricoltura il vescovo di Acerra, creerà un marchio di “garanzia” della chiesa sui prodotti sani della Terra dei Fuochi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino