MASSA LUBRENSE. «Sono riuscita a sentire telefonicamente una cara amica. A Capodacqua è morta nei crolli una ragazza. Sono tutti distrutti perché avevano...
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In quei luoghi, Teresa, con la sorella Patrizia, la mamma Carmela ed il papà Gennaro, storico corrispondente de Il Mattino da Massa Lubrense, ha trascorso, negli anni ’70 e ’80, lunghi periodi dell’infanzia e della fanciullezza. «Il gruppo internet è stato l' unico canale informativo per tutti quelli che come noi sono stati in ansia per i parenti ed amici. In quanto tanti sono scappati durante la scossa senza prendere il cellulare. Quindi non risultavano rintracciabili, in più le linee telefoniche fisse e mobili erano isolate fino alle 13.30. Apprendere la notizia della scomparsa di luoghi a noi familiari ci ha sconvolti – aggiunge Teresa Pappalardo -. A Capodacqua vivono una decina di nostri parenti. Non siamo ancora riusciti a metterci direttamente in contatto con loro, ma le notizie di carattere generale sarebbero rassicuranti. In quei paesi, ormai disabitati per gran parte dell’anno, c’è l’usanza di trascorrere le vacanze estive nelle case dei nonni. Proprio in questi giorni, quindi, la zona si rianima». Teresa Pappalardo non si stacca dalla pagina Fb del Gruppo «Quelli di Capodacqua di Arquata del Tronto». Scorre quelle immagini con il volto rigato dalle lacrime. Mancava da Capodacqua da tempo, ma come si fa a non lasciare spazio alle emozioni: «Mio nonno era nato proprio a Capodacqua – spiega Teresa Pappalardo -. Era venuto a Massa Lubrense negli anni Trenta dopo aver conosciuto mia nonna attraverso un collega che frequentava la scuola sottufficiali della Guardia di finanza. Mia mamma ci ha cresciute con le abitudini di Massa Lubrense, senza tralasciare gli esempi paterni dei luoghi rasi al suolo dal terremoto. D’estate non poteva mancare un lungo soggiorno tra Capodacqua, Arquata del Tronto e Pescara del Tronto. Quanti ricordi. Speriamo di avere presto notizie più precise».
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Il Mattino