MILANO - Nel blitz antiterrorismo di stamattina, condotto dalla Digos e coordinato dal procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli, e dal pm Paola Pirotta, sono stati...
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La famiglia della ragazza vive ad Inzago, nel Milanese. Tra gli arrestati c'è anche lo zio e il marito albanese della giovane. Sergio, il marito e la madre di quest'ultimo sono tutti e tre in Siria a combattere per la Jihad.
Come anticipato dal quotidiano Il Giornale, l'attività investigativa, avviata lo scorso ottobre, ha quindi riguardato in particolare Maria Giulia Sergio che, dopo la conversione all'Islam, è poi partita insieme al marito alla volta della Siria, per raggiungere lo Stato Islamico e partecipare al jihad. Le attività tecniche degli investigatori, spiega una nota della Polizia, hanno consentito di ricostruire il percorso seguito dalla giovane coppia per il raggiungimento della Siria. In particolare attraverso l'intercettazione dell'utenza, in uso ad un coordinatore dell'organizzazione dei foreign fighters dello Stato Islamico, è stato possibile ricostruire l'attività di smistamento degli stranieri che da varie parti del mondo partono per raggiungere il Califfato.
Sono una famiglia perbene, li conoscevamo da una vita, secondo me sono stati plagiati». È quanto affermano alcuni concittadini amici del papà e della mamma di Maria Giulia Sergio, la donna convertita all'Islam con il nome di Fatima e ora ricercata internazionale per la sua affiliazione al Califfato. A raccontare con discrezione di loro sono alcuni conoscenti in un bar del paese in cui vive la famiglia di lei, a Inzago, una ventina di chilometri fuori Milano, tra le campagne. «Si sono fatti trascinare - dice una signora che conosce bene il padre di Maria Giulia - tanto che anche lui si era avvicinato alla religione islamica e si era fatto crescere una folta barba. Mi ricordo quando gli urlavo 'Sergio, cosa fai con quella barba lì?' e lui sorrideva da uomo tranquillo quale era».
Nel centro del paese, di fronte alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, in molti ricordano quell'uomo con la barba, ex operaio di un'azienda di elettrodomestici, che girava per le vie in bicicletta sempre sorridente Leggi l'articolo completo su
Il Mattino