«Credo che l'Europa avrebbe bisogno di più Italia in questo momento, cioè di credere che il futuro sarà migliore del presente. Sarebbe un vero...
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«Lei mi chiede se questo non sia il momento peggiore per venire a investire in Europa, con la continue liti politiche, il rischio di una stagnazione economica, le tensioni sui mercati finanziari», spiega il capo del colosso di Cupertino. «Ecco, le rispondo così: quando vado a Bruxelles respiro pesantezza, burocrazia, difficoltà, mentre qui in Italia c'è una meravigliosa aria di cambiamento, ottimismo, opportunità; qui sento che 'the sky is the limit', che tutto è davvero possibile».
«Amo lo spirito dell'Italia», sottolinea Cook, «l'ho detto in Bocconi due mesi fa, abbiamo molto in comune, Apple è sempre stata concentrata sul fare 'the best not the most', le cose migliori piuttosto che tante cose buone. E l'Italia ha lo stesso talento. E poi sono un grande fan del vostro primo ministro, apprezzo il cambiamento che sta portando».
Cook motiva anche la scelta di Napoli per il suo centro: «Per lo spirito imprenditoriale della città e, francamente, perché da un punto di vista economico credo che lì possiamo dare una mano, fare maggiormente la differenza. Quando a Milano annunciai a Renzi che avremmo voluto aprire una scuola per sviluppatori di app, lui mi chiese di immaginare una linea che divide l'Italia in due. Sopra quella linea, spiegò, ci sono dati demografici ed economici più alti dei paesi più ricchi d'Europa; sotto quella linea invece siamo ai livelli della Grecia. Questo discorso ci ha molto colpito e per questo abbiamo deciso di andare sotto la linea».
Cook dice di non essere mai stato nel capoluogo partenopeo, ma ci andrà «appena apriremo la scuola».
Il Mattino