Timbrava da giardiniere lavorava da falegname

Timbrava da giardiniere lavorava da falegname
Impiegato comunale con licenza di doppio lavoro. Detta così sembrerebbe quasi una battuta. Invece le cose stanno se possibile anche peggio: già, perché il...

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Impiegato comunale con licenza di doppio lavoro. Detta così sembrerebbe quasi una battuta. Invece le cose stanno se possibile anche peggio: già, perché il dipendente inquadrato in servizio presso l’VIII Municipalità (Ponticelli-Barra, San Giovanni) dopo aver timbrato il cartellino per dimostrare di essere andato al lavoro spariva misteriosamente. Nessuno lo trovava a potare prati e innaffiare aiuole. E quando di lui hanno iniziato a interessarsi gli agenti della Municipale del reparto investigativo centrale diretto dal capitano Giuseppe De Martino, allora hanno scoperto che Salvatore Molino - questo il nome del giardiniere - nell’orario di servizio se ne andava a svolgere un secondo lavoro: in un’officina di Poggioreale, in via Traccia, dove faceva il falegname.

L’uomo è stato sottoposto all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria con l’accusa di truffa aggravata continuata in danno dell’amministrazione comunale. Assenteista, uno dei non pochi «furbetti del cartellino», stando a quanto emerso dalle indagini coordinate dalla sezione reati contro la pubblica amministrazione della Procura di Napoli, guidata dall’aggiunto Alfonso D’Avino.

Il giardiniere - che era incaricato della manutenzione del «Parco De Simone», in via Ulisse Prota Giurleo (a Ponticelli) dopo aver timbrato il cartellino si dedicava a svariati lavori, di falegnameria, presso imprese artigiane, negozi e bar. Altre volte, invece, se ne tornava addirittura a casa, da dove ne usciva un quarto d’ora prima che scadesse l’orario di lavoro per tornare a timbrare il badge magnetico di uscita.
A dare avvio alle indagini è stata una segnalazione che ha indotto il direttore generale del Comune di Napoli Attilio Auricchio a incaricare gli uomini della Polizia municipale a verificare i comportamenti di Molino. Pedinandolo e registrando i suoi movimenti sia con video che con fotografie, gli 007 del Comune hanno così scoperto la doppia vita (lavorativa) del giardiniere. Quando gli è stato notificato il provvedimento del gip, l’uomo non ha avuto altre parole da dire: «Mi avete beccato...».

Le immagini registrate dagli investigatori hanno dimostrato come, a volte, Molino si presentasse col tagliaerbe nei luoghi di lavoro. Ma dopo dieci minuti, un quarto d’ora di permanenza sul posto, se la squagliava. Ora per Molino si profila il procedimento disciplinare: rischia di perdere il posto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino