Tiro al bersaglio su specie protette: bracconieri scatenati in Costiera | Foto

Tiro al bersaglio su specie protette: bracconieri scatenati in Costiera | Foto
SORRENTO - Quattro rapaci morti e due feriti in poche settimane: è l'allarmante bilancio della recente escalation del bracconaggio in penisola sorrentina. A denunciarlo...

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SORRENTO - Quattro rapaci morti e due feriti in poche settimane: è l'allarmante bilancio della recente escalation del bracconaggio in penisola sorrentina. A denunciarlo è Claudio d'Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno, che auspica l'intervento del governo per «garantire un servizio di controllo ambientale e venatorio efficace, a tutela degli animali e a discapito di chi esercita abusivamente la propria concessione speciale di caccia».


Nelle scorse ore una poiana è stata ferita a Vico Equense. Sabato scorso, invece, una femmina di sparviero è stata ritrovata nelle campagne di Pastena, a Massa Lubrense: recuperato dai carabinieri forestali e dai volontari del Wwf, l'uccello è stato trasportato al Centro di recupero per gli animali selvatici (Cras) di Napoli dove l'esame radiografico ha evidenziato la presenza nel suo corpo di pallini d'arma da fuoco. Prima ancora, una poiana colpita a un'ala e all'addome da un bracconiere era stata ritrovata a Moiano di Vico Equense: trasportata in ospedale, era deceduta a causa delle ferite riportate. E non bisogna dimenticare i tre rapaci trovati senza vita, nelle scorse settimane, sulla spiaggia di Meta.
 

In tutto sono sei gli esemplari appartenenti a specie protette - tra gheppi, poiane e sparvieri - feriti o morti recentemente in penisola sorrentina. «Un bilancio preoccupante che dà il senso dell'anarchia venatoria e del bracconaggio duro a morire in Costiera - sottolinea Claudio d’Esposito del WWF -  È impossibile confondere una poiana dall’apertura alare di quasi un metro e mezzo con qualsiasi altra specie. Questi animali vengono abbattuti deliberatamente, il che dovrebbe far riflettere sulla professionalità e la civiltà prossime allo zero di diverse persone che continuano a imbracciare armi da fuoco, incentivate dagli scarsi controlli e dalla certezza dell'impunità». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino