Tiziana Cantone, l’urlo della madre: «Fu uccisa, ora voglio i colpevoli»

Riaperte le indagini sulla morte della 31enne: Maria Teresa Giglio sollecita altre verifiche

Tiziana Cantone e la madre Teresa Giglio
«Non permetterò che la storia di mia figlia venga insabbiata. Ormai vivo solo per questo». Non ha intenzione di arrendersi Teresa Giglio, mamma di Tiziana...

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«Non permetterò che la storia di mia figlia venga insabbiata. Ormai vivo solo per questo». Non ha intenzione di arrendersi Teresa Giglio, mamma di Tiziana Cantone, la ragazza vittima di revenge porn trovata morta nella sua abitazione nel 2019. La riapertura del caso sul decesso di sua figlia «è una magra consolazione - osserva - ma per me è una boccata d’ossigeno». Non ne può più di sentir parlare di archiviazione. «Tiziana è esistita», ripete più volte. Come a dire che l’archiviazione rappresenti quasi una seconda morte della figlia. «Non permetterò che il mio grido di dolore cada nel vuoto così come è successo per quello di mia figlia», dice la signora Giglio.



Le sue parole arrivano a meno di una settimana dall’ordinanza firmata dal giudice di Napoli Nord che riapre il caso. Il giudice ha accolto l’opposizione alla richiesta di archiviazione, puntando l’attenzione su alcune anomalie emerse al termine delle indagini: la posizione di Tiziana, in ginocchio e con le gambe incrociate poco si confaceva a un suicidio. Il presunto cappio era legato a una panchetta ginnica che non avrebbe retto alle oscillazioni. 

«Dal momento in cui fu diffuso il video su internet, mia figlia ha subìto un accanimento feroce, unico al mondo. Ma ad oggi non c’è il nome di un solo colpevole - dice con tono deciso la signora Giglio - Non si sa chi ha diffuso e chi continua a diffondere quel video. Né tantomeno si conosce la reale causa della morte di mia figlia». Da qui una sequela di domande che non hanno ancora risposte: «Perché all’epoca non hanno preso i reperti? Perché non è venuto il pm sul posto? Perché non hanno fatto l’esame autoptico? Era fondamentale per capire se l’asfissia era dovuta all’impiccagione o a strangolamento. Hanno dato tutto per scontato, ma non lo era. Ora pretendo che venga fatta piena luce, che si analizzino tutti gli aspetti a cui non si è dato attenzione quando Tiziana è morta».

La signora Giglio insiste: «Non ho mai creduto all’ipotesi suicidio. Ho sempre detto che quantomeno Tiziana è stata istigata a togliersi la vita. È mai possibile che la Procura non è mai andata a fondo su tutti i maschi, a partire dal suo ex compagno, che gravitavano in questa storia?». 

Della vicenda Cantone se ne è parlato ieri al convegno “Revenge porn”, organizzato da Confesercenti Campania all’Hotel Oriente. «È fondamentale parlare di questi temi, a me piace soprattutto incontrare i ragazzi nelle scuole - conclude Teresa Giglio - Bisogna fargli capire che la vita virtuale non è la vita reale. E devono pensarci i genitori e gli insegnanti in primis. Noi adulti spesso non sappiamo dare il buon esempio».

Un tema, quello dell’educazione, su cui si è soffermato anche il sindaco Gaetano Manfredi, intervenuto all’appuntamento: «Bisogna lavorare sull’evasione scolastica ed è necessario portare avanti un percorso per difendere giovani e giovanissimi dalle insidie della rete». Al convegno, voluto dallo studio penalistico Mgs, hanno partecipato il vicepresidente nazionale di Confesercenti Vincenzo Schiavo, il presidente uscente dell’ordine degli avvocati Antonio Tafuri, la penalista Maria Grazia Santosuosso, la scrittrice Francesca Florio, il consigliere dell’ordine degli avvocati Hillary Sedu, la segretaria del Movimento forense Manuela Palombi e il presidente della Camera penale di Napoli Mario Campora. A chiudere l’appuntamento la testimonianza di una donna, 52enne napoletana, vittima di violenza, che ha trovato il coraggio di denunciare il marito dopo 15 anni anche grazie al sostegno dell’associazione “Forti guerriere”: «Mi hanno aiutato a comprendere quale è la vita vera. Grazie all’associazione ho dato una svolta alla mia vita. Tutte le donne che vivono la condizione che vivevo io devono chiedere aiuto. Non siete sole».

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Il Mattino