Torre Annunziata, la magistratura: «Il clan Gionta nuoce all'immagine della città»

Torre Annunziata, la magistratura: «Il clan Gionta nuoce all'immagine della città»
TORRE ANNUNZIATA. Le donne del clan Gionta dovranno risarcire al Comune di Torre Annunziata la somma simbolica di 1800 euro, per aver leso l'immagine della città....

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TORRE ANNUNZIATA. Le donne del clan Gionta dovranno risarcire al Comune di Torre Annunziata la somma simbolica di 1800 euro, per aver leso l'immagine della città. Palazzo Criscuolo aveva deciso di costituirsi parte civile nel processo che vedeva imputate Carmela Gionta, sorella di Valentino e Annunziata Caso, moglie di Aldo, condannate rispettivamente a 8 anni e 6 anni e 8 mesi di carcere per associazione mafiosa. Nella stessa indagine erano implicate anche Gemma Gionta e Pasqualina Apuzzo, la prima figlia, la seconda mamma, di Annunziata. 

La magistratura ha deciso che con la loro condotta avrebbero «nociuto all'immagine della città ed allo sviluppo del turismo e delle attività produttive di essa, con conseguente lesione di interessi propri, giuridicamente tutelati, dell'ente che della collettività danneggiata ha la rappresentanza».

«Non si tratta di una questione economica - afferma Giosuè Starita, sindaco di Torre Annunziata - ma di morale. Finalmente c'è l'esplicazione di un principio, che al di là dei fatti contingenti, riconosce che questo tipo di delinquenza ha ricadute gravissime sulla città. Al di là dei danni immediatamente riconoscibili, a livello legale, economico, sociale e di vivibilità, questa sentenza afferma che i comportamenti malavitosi compromettono la percezione esterna e pubblica di una città intera, minandone lo sviluppo, pregiudicando attività economiche e imprenditoriali. La città dei Gionta e dei Gallo tende a sovrapporsi e sostituirsi a quella della stragrande maggioranza, che è composta invece da cittadini perbene, da lavoratori, commercianti e professionisti onesti, che fuori dai riflettori della stampa lavorano e vivono in questa città». 
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Il Mattino