Torre Annunziata, omaggio alle vittime dei clan. Trovate le armi della faida

Torre Annunziata, omaggio alle vittime dei clan. Trovate le armi della faida
Le armi della faida erano già cariche e pronte all'uso. Due pistole sono state scovate dai carabinieri in un'area abbandonata nei pressi del rione Penniniello a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Le armi della faida erano già cariche e pronte all'uso. Due pistole sono state scovate dai carabinieri in un'area abbandonata nei pressi del rione Penniniello a Torre Annunziata, proprio nel giorno in cui la città ricordava i quarant'anni dall'uccisione del maresciallo Luigi D'Alessio e della studentessa 16enne Rosa Visone, ammazzati da alcuni camorristi in uno scontro a fuoco ad un posto di blocco l'8 gennaio 1982. A quarant'anni da uno degli episodi più efferati della faida tra cutoliani e nuova famiglia, Torre Annunziata resta sospesa tra la città che doveva essere e quella che è adesso, tra tentativi di rilancio e solite ombre della camorra anche sulla vita amministrativa e politica, tra l'industria che fu e il degrado che regna in alcuni quartieri.


Proprio ieri, i carabinieri della compagnia di Torre Annunziata, insieme ai militari del reggimento Campania e con l'ausilio del nucleo elicotteristi, hanno setacciato il Quadrilatero delle Carceri e la zona di Torre centrale, i due quartieri attualmente ritenuti più «caldi», nonostante gli ultimi arresti. A due passi dal rione Penniniello, in via Plinio, in un'area degradata e apparentemente abbandonata, i carabinieri hanno scovato uno dei nascondigli di armi e droga, sequestrando due pistole e una busta piena di marijuana. In una catasta di legname, sono state trovate una Beretta semiautomatica modello 34 calibro corto e una semiautomatica Crvena Zastav modello 99 compact calibro 9, classica arma da guerra utilizzata nel conflitto dell'ex Jugoslavia. Le due armi, con matricola abrasa, erano perfettamente funzionanti, cariche e pronte all'uso. Una volta sequestrate, le due pistole saranno sottoposte ad accertamenti tecnici e balistici per verificare il loro eventuale utilizzo in fatti di sangue o in altri delitti. Sotto sequestro anche nove munizioni calibro 9 e duecento grammi di marijuana. I controlli ad alto impatto hanno riguardato anche il rione Carceri: eseguite tre perquisizioni mirate, ispezionate altre aree abbandonate, dove spesso in passato sono stati nascosti ordigni, armi e stupefacenti.


Il tutto, appunto, in una giornata particolare per Torre Annunziata. La città ieri ha ricordato due vittime della camorra: un maresciallo dei carabinieri che perse la vita in servizio e una giovane innocente colpita da un proiettile vagante. L'impennata di contagi ha sconsigliato cerimonie ufficiali, nonostante il quarantesimo anniversario. Così, dal presidio di Libera è partita l'accensione del «cero della giustizia» per ricordare Luigi D'Alessio (a cui è intitolata la caserma dei carabinieri sede del Gruppo oplontino) e Rosa Visone. «Ricordare scrive don Ciro Cozzolino, referente di Libera significa impegnarsi. Ricordare significa riconoscere che lo Stato siamo noi quando usciamo dall'indifferenza, dall'omertà e collaboriamo con le istituzioni. Ricordare significa speranza che le cose che sono andate così possono cambiare. I nostri territori hanno sete di giustizia e noi possiamo fare qualcosa, possiamo sognare una città più bella». «Quarant'anni fa afferma il sindaco Vincenzo Ascione si consumava una delle pagine più buie e tristi della nostra città. Torre Annunziata vive anche oggi un momento complicato, ma lo Stato in questi anni ha saputo reagire con fermezza alla prepotenza del sistema camorra e al giogo che voleva imporre».
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino