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Manca il personale e agli sportelli arrivano gli amministratori comunali. Assessori e consiglieri pronti, a Torre del Greco, a sopperire alla carenza di dipendenti, dopo che pensionamenti per raggiunti limiti d'età e quota 100 hanno svuotato gli uffici. Succede quindi che ai Servizi demografici, ogni volta che gli sportelli sono attivi per il rinnovo delle carte d'identità (lunedì, mercoledì e venerdì), nonostante una rigida procedura di prenotazione si formino code e assembramenti. Che spesso causano tensioni e disordini, portando molte volte da queste parti le forze dell'ordine. Colpa di una cattiva gestione della macchina comunale che ha riguardato diverse consiliature e che oggi ha portato ad avere agli sportelli poche unità per servizi mai mutati e anzi aumentati. Assumere è difficilissimo, tenuto conto che il Comune di Torre del Greco - come tanti altri enti locali - attende che si sciolgano i dubbi sul piano Ripam bandito dalla Regione.
Ma mentre si valutano sviluppi e i dipendenti si assottigliano, chi resta è in trincea. Ecco quindi che a dare manforte sono giunti volontari molto speciali. Uno di questi è l'assessore Giuseppe Speranza, delega ai Servizi demografici conferita dal sindaco Giovanni Palomba tre mesi fa. Ieri Speranza ha compiuto 56 anni, giornata passata per buona parte proprio negli uffici di via Calastro: prima allo sportello a distribuire moduli, documenti e informazioni, poi in mezzo alla gente a gestire la prenotazioni. «Va avanti così, ormai posso dire che non riesco a recarmi altrove se prima non passo all'Anagrafe». Abitudine «imitata» da altri amministratori, come i consiglieri Antonio D'Ambrosio, Carmela Pomposo e Michele Langella, che a turno finiscono agli sportelli: «Mi è capitato di trovarmi all'Anagrafe racconta Langella e ricevere una specifica richiesta di aiuto da una dipendente.
L'amministrazione comunale aveva stilato un regolamento col quale ha provato a richiamare in servizio i dipendenti andati in pensione negli ultimi anni, affidando loro un ruolo di tutor a 300 euro mensili. Ma i troppi paletti sul rimborso hanno frenato chi guarda con interesse a questa eventualità: «Stiamo studiando correttivi precisa Speranza e siamo al lavoro per informatizzare il rilascio dei certificati, in modo da permettere ai cittadini di riceverli a casa via mail». I dipendenti però appaiono scettici e demotivati. Lo si evince anche da una lettera indirizzata all'assessore da Piero D'Alesio, dipendente in quiescenza e sindacalista del Csa, che sull'idea di richiamare il personale in pensione attacca: «Tutto questo appare ridicolo e offensivo nei riguardi di chi veramente ha lavorato con senso di responsabilità e impegno quotidiano. Oggi, per colpa di chi ha amministrato e di chi amministra la città (si fa per dire), il dipendente dell'ente viene descritto, dalla gran parte dei cittadini, a tinte fosche, sempre e comunque destinatario di offese e mortificazioni».
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