Al grido di «dignità» e con il volto coperto da mascherine attraversano la città, in una marcia silenziosa, per protestare contro l’emergenza...
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Un’adesione scarna, considerando la grossa piaga che da mesi affligge la città e, considerando che i cittadini sono 85mila, i 200 in proporzione sono davvero pochi. Eppure l’emergenza è impellente: isole ecologiche allo stremo, montagne di sacchetti fuori alle scuole, raccolta a singhiozzo, olezzo, animali e rischio infezioni. Partita alle 18.30 da piazza Luigi Palomba, la marcia ora sta attraversando il centro storico e chi sta in testa al corteo cerca di coinvolgere i cittadini ad accodarsi e partecipare.
«Dobbiamo renderci responsabili- ha detto dal palco Vincenzo Accardo- e cominciare a fare per bene la differenziata. Adesso, per far rientrare l’emergenza teniamoci i sacchetti in casa e depositiamo nelle ore e nei luoghi previsti. Ci sono responsabilità politiche, ma anche di noi cittadini e dobbiamo essere i primi ad aver cura di tutelarci».
Ma, nonostante le proteste continue - soprattutto e, forse, solo sui social- in questi mesi di emergenza, la scarsa adesione alla manifestazione dimostra la mancata risposta della città ad una protesta compatta. Presenti alcuni politici, i consiglieri Romina Stilo e Luigi Mele, l’ex assessore ai rifiuti Salvatore Quirino, diverse associazioni. Intanto, in alcune isole ecologiche, in particolare in via Scappi Novesca e viale Sardegna, continuano ad esserci criticità.
A palazzo di città si discute sul caso del passaggio di cantiere tra la ditta Gema e la Buttol che ha, con dal principio, dichiarato di voler assorbire dalla ditta uscente 119 operai, come da capitolato, e non 124, difesi invece dai sindacati. Il nodo e se quelle 5 unità in più, tra cui 4 detenuti con condanne pesanti, debbano rimanere dentro o fuori. Se era stato annunciato, infatti, che domani a mezzanotte ci sarebbe stato il passaggio di cantiere, dalle ultime novità emerse pare che stia per crollare anche questa certezza. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino