Napoli, tre generazioni di Gionta al carcere duro dei boss

Palazzo Fienga, sotto sequestro
Cosa passa per la mente di un uomo, rinchiuso in uno spazio di qualche metro quadrato, quando gli viene comunicato che la sua vita continuerà a trascorrere in quegli stessi...

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Cosa passa per la mente di un uomo, rinchiuso in uno spazio di qualche metro quadrato, quando gli viene comunicato che la sua vita continuerà a trascorrere in quegli stessi metri quadrati, potendo ricevere una sola visita mensile di familiari; di poter trascorrere una manciata di minuti all’aria aperta ma praticamente isolato da qualsivoglia contatto umano, al di fuori degli agenti penitenziari? Quali pensieri si ingolfano, si sovrappongono nella mente dello stesso uomo quando, nella sua condizione di padre e di nonno, pensa - perché lo avrà pur pensato talora - che per i suoi comportamenti, le sue azioni e le sue decisioni che ancor grondano sangue, ha trascinato con sé, nel baratro del carcere, prima, nel regime detentivo più duro previsto, poi, figlio e nipote. Che cosa ha pensato ieri, il detenuto «Gionta Valentino, nato a Torre Annunziata il 14 gennaio 1953, ex pescatore....


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Il Mattino