Giustizia, da domani inizia la fase tre. Dopo lo stallo di marzo e aprile, dopo la lenta ripartenza di maggio e giugno, dal primo luglio il palazzo di giustizia dovrebbe...
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Ma passiamo al penale. Saranno celebrate tutte le udienze di direttissima «in presenza» e non più da remoto, quindi con la traduzione dell'indagato dinanzi al giudice; anche le convalide degli arresti da parte dei gip saranno celebrate non più da remoto, ma nelle strutture carcerarie, come avveniva fino a pochi giorni prima del lockdown.
Al lavoro tutte le sezioni collegiali, anche se - lo ribadiamo - viene mantenuto il principio delle porte chiuse, con divieto di accesso al pubblico. La vera novità riguarda invece i ruoli dei giudici monocratici, che dovrebbero smaltire fino a 30 fascicoli al giorno (tra quelli che vengono rinviati per motivi procedurali e quelli che vengono trattati). Anche le udienze del giudice di pace sono destinate ad aumentare: saranno trattate 20 procedure a udienza, sia da parte dei giudici di pace penali che civili, nel tentativo di ridare slancio a un settore importante dell'economia cittadina (si pensi ai sinistri), sempre nel tentativo di evitare la ressa che si registrava fino allo scorso febbraio.
Stesso discorso anche a Barra, dove è previsto un massimo di 25 procedimenti per ciascun magistrato. Si punta a tornare a regime anche sulle isole: a Ischia, si tornerà a celebrare un massimo di 20 procedimenti, qualcosa in meno a Capri e a Procida, che hanno un carico di lavoro meno gravoso.
Rientra gradualmente alla normalità anche il regime di lavoro, dal momento che lo smart working sta interessando sempre meno impiegati (per loro un giorno di lavoro «agile» alla settimana), quanto basta a rendere più spedita l'azione di cancellerie e uffici giudiziari. Ed è proprio sul numero di personale a disposizione che si gioca in questi giorni un'altra partita decisiva, legata alla riforma delle intercettazioni, che impone una massiccia presenza di cancellieri e di personale amministrativo nella sezione gip. Stando alla ricognizione fatta in questi giorni dai vertici del Tribunale, al momento ci sono circa 60 unità applicate o distaccate in altri uffici esterni del Tribunale (basti pensare all'agenzia beni confiscati), un numero che non può essere tollerato alla luce delle nuove esigenze organizzative. Spiega il presidente Garzo: «Auspico un ritorno in sede di queste unità a stretto giro, per far fronte alle esigenze dettate dalla nuova norma sulle intercettazioni». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino