Trivelle ad Agnano, cittadini e consiglieri regionali in piazza: «Chiudere subito la fumarola»

Cittadini, esperti, curiosi e rappresentanti della politica territoriale e regionale si sono dati appuntamento questa mattina in via Scarfoglio ad Agnano. L’incontro, nato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Cittadini, esperti, curiosi e rappresentanti della politica territoriale e regionale si sono dati appuntamento questa mattina in via Scarfoglio ad Agnano. L’incontro, nato spontaneamente su Facebook, è servito alla discussione e al confronto sulle modalità di azione utili a gettare luce sulle trivellazioni sino ad ora eseguite nell’ambito progetto GeoGrid. Un programma di recupero di energia geotermica cofinanziato dalla Regione Campania e portato avanti dalla società Graded in accordo con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, il Cnr ed altre importanti università locali.


«Ho già espresso le mie perplessità sulla possibilità di alterare i dati del nostro sistema di monitoraggio – afferma il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo – Detto ciò, questa è proprio l’area degli epicentri dei terremoti delle fasi bradisismiche e ora siamo in una nuova fase di sollevamento del suolo. Non sappiamo in che modo un'azione del genere possa modificare questo sistema, tra l’altro, in maniera irreversibile».
 
Proprio per questo, anche in risposta alle preoccupazione della popolazione, sono state effettuate una prima serie di indagini da parte dell’Osservatorio Vesuviano. 

«Le attività di misura effettuate dall’Ingv nell’area dell’emissione fumarolica – afferma la direttrice Francesca Bianco – hanno mostrato che la sua composizione è analoga a quanto osservato nelle aree della Solfatara e di Pisciarelli. Non siamo in grado di escludere che il perdurare dell’emissione incontrollata di fluidi possa portare anche all’estensione dell’area interessata, dato che il sito è posizionato in una zona dove è presente un’attività idrotermale concentrata, legata al processo naturale di degassamento della caldera flegrea. Per queste ragioni, come istituto abbiamo chiesto l’immediata chiusura mineraria del pozzo non appena venuti a conoscenza della perforazione e del degassamento». 


Chiusura richiesta a gran voce anche dai consiglieri regionali che pure hanno inviato numerosi esposti alla Procura della Repubblica come annunciato dal rappresentante dei Verdi Francesco Borrelli. «Sono stati assegnati 4 milioni di euro dalla regione per questo progetto di sperimentazione – afferma la pentastellata Maria Muscarà – ma tutto questo ci sembra assurdo, in una zona come quella di Agnano. Abbiamo segnalato questa situazione ma adesso chiediamo il sequestro dell’intera area interessata dalle trivellazioni e chiediamo alla procura ad intervenire al più presto e nelle modalità più corrette».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino