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L'attività d'indagine, avviata nel mese di settembre 2015, permetteva di smascherare un sodalizio criminale i cui promotori, avvalendosi di intermediari abilitati (solitamente risultati meri prestanome) e di procacciatori di soggetti «dichiaranti», hanno nel tempo inoltrato ali'Agenzia delle Entrate almeno 4.459 modelli 730 a nome dei citati contribuenti, relativi alle annualità d'imposta 2013, 2014 e 2015, all'interno dei quali venivano inserite somme riguardanti spese mediche e/ o crediti maturati del tutto inesistenti, quantificati in circa 52 milioni di euro, senza che le stesse fossero supportate dalla necessaria documentazione, con il solo intento di far percepire - ai contribuenti titolari di dette dichiarazioni - un profitto di oltre 25 milioni, grazie a rimborsi Irpef in realtà del tutto indebiti.
Le risultanze delle attività d'investigazione, condotte con l'utilizzo di complesse indagini, anche di natura tecnica, hanno consentito di acclarare che tutti gli indagati si sono garantiti un ingiusto vantaggio patrimoniale grazie al pagamento dei rimborsi indebiti suddetti, secondo le diverse percentuali sopra indicate in relazione al ruolo ricoperto nell'ambito dell'attività truffaldina. Pertanto, a conclusione delle indagini ed a seguito degli accertamenti patrimoniali, la Procura ha chiesto ed il gip di Torre Annunziata ha emesso un decreto di sequestro preventivo «per equivalente» di denaro e beni a carico di tutti gli indagati, sino alla concorrenza della somma sottratta alle casse dell'erario, pari a €. 25.113.098. Nei confronti dei singoli contribuenti, invece, l'Agenzia delle Entrate ha in corso le procedure di recupero delle somme indebitamente percepite, con l'applicazione delle previste sanzioni di natura amrninistrativa. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino