Rinvio a giudizio immediato per l’utilizzo indebito di due Bancomat e radiazione dall’albo dei consulenti finanziari. Sono le prime conseguenze per Luigi...
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Non così quella stralciata relativa all’utilizzo di due carte di pagamento all’insaputa di due clienti dell’agenzia 13 di Credem, con cui l’ex consulente ha prelevato oltre 66mila euro dal mese di giugno del 2013 a quello di febbraio del 2016. Per questo motivo Capasso, attraverso il suo difensore Achille Formoso, si dovrà presentare stamattina davanti al giudice della settima sezione penale del Tribunale di Napoli. Ad averlo stabilito è il giudice per le indagini preliminari Isabella Iaselli, affidando l’udienza dibattimentale al magistrato Maria Raffaella Caramiello, che con ogni probabilità sarà sostituita da un collega. Capasso – nato a Piano di Sorrento, classe 1968, promotore dal 2001 – rischia da tre a cinque anni per appropriazione indebita aggravata. In particolare, «per essersi fatto consegnare personalmente i due Bancomat all’insaputa degli intestatari» e «per averle indebitamente utilizzate con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in tempi diversi e al fine di trarne profitto per sé o altri», scrive il giudice.
«Con l’aggravante di aver abusato della sua posizione di promotore finanziario», aggiunge. Un anno fa su queste pagine lo stesso Capasso ha spiegato nei dettagli il suo sistema, definendolo «un sistematico spostamento di soldi dalle posizioni di alcuni clienti verso quelle di altri, il tutto allo scopo di occultare le loro perdite e di fare carriera, intascando laute provvigioni». Poco prima di Natale la Consob, la Commissione nazionale per le società e la Borsa presieduta da Giuseppe Vegas, lo ha radiato dall’albo, dopo averlo sospeso in via cautelare per sessanta giorni il 15 febbraio scorso. Poco meno di due mesi prima, Banca Euromobiliare aveva receduto per giusta causa nel rapporto di agenzia in essere con Capasso, «avendo accertato talune anomalie da questi poste in essere nell’esercizio dell’attività di consulente finanziario e trasmesso copia di pertinente documentazione giustificativa».
Quali anomalie? Secondo l’Ufficio Vigilanza Intermediari-Rete e Consulenti Finanziari della Consob e in base agli esposti trasmessi da alcuni clienti, si tratta di una serie di violazioni piuttosto comuni tra i casi di professionisti finiti sotto la scure dell’autorità di vigilanza: «L’acquisizione, mediante distrazione, della disponibilità di somme di pertinenza dei clienti; il perfezionamento di operazioni non autorizzate dai clienti; la simulazione di operazioni per conto della clientela e la mancata esecuzione di operazioni disposte dalla clientela; la contraffazione delle firme dei clienti; la falsificazione dei rendiconti e la comunicazione ai clienti di informazioni non rispondenti al vero; e la percezione di mezzi di pagamento non conformi», si legge nella delibera pubblicata dalla Commissione, precisando che il consulente non ha svolto attività difensiva nel corso del procedimento sanzionatorio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino