Tuffi proibiti a Torre Annunziata ma le spiagge restano affollate

Tuffi proibiti a Torre Annunziata ma le spiagge restano affollate
Nell’estate del mare balneabile per il terzo anno consecutivo (tranne qualche piccolo incidente di percorso), nella periferia di Rovigliano impazza ancora il «tuffo...

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Nell’estate del mare balneabile per il terzo anno consecutivo (tranne qualche piccolo incidente di percorso), nella periferia di Rovigliano impazza ancora il «tuffo abusivo». Nel tratto di costa interdetto alla balneazione perché troppo vicino alla foce del Sarno e fortemente inquinato – tanto da meritarsi per l’ennesima volta la bandiera nera – i bagnanti sono centinaia ogni giorno e la spiaggia è anche attrezzata. Siamo nella zona periferica di Torre Annunziata, dove i divieti non vengono affatto rispettati. 


La spiaggia delle «sette scogliere» è quotidianamente meta di famiglie, oplontine e non, che vanno lì a prendere il sole e si tuffano tranquillamente in mare. «Non c’è nessuna differenza con l’acqua dei lidi che paradossalmente risulta balneabile, dicono i bagnanti. «Qui il mare è limpido e pulito, io porto i miei figli ogni giorno. E poi non posso permettermi un lido privato, costa troppo», dice una donna, residente proprio a Rovigliano.

Certo, l’arrivo non è affatto incoraggiante. All’esterno dell’area demaniale – che sorge attorno al polo nautico di Torre Annunziata, nell’ex area industriale oggi dismessa – campeggia il cartello di divieto di balneazione che si riferisce all’ordinanza 94 dello scorso mese di maggio emessa dal Comune oplontino. Sotto, anche un altro cartello che segnala la mancanza di servizio di salvataggio: il mare è inquinato e potenzialmente anche pericoloso. La sbarra di ferro che delimita l’area – normalmente chiusa al pubblico – è aperta perché il catenaccio è stato forzato. In realtà, a luglio per tre giorni consecutivi è stato forzato l’accesso, tanto da richiedere l’intervento prima dei vigili urbani e poi della polizia. Alla fine, hanno avuto «ragione» i bagnanti, che continuano a frequentare la zona, a loro rischio e pericolo.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino