Estate a Napoli, è un agosto da boom: «Ma troppi rifiuti, che peccato»

Estate a Napoli, è un agosto da boom: «Ma troppi rifiuti, che peccato»
Il turismo riparte, a dispetto delle previsioni poco confortanti di qualche mese fa. Ad agosto Napoli è tornata ad essere una meta ambita dai vacanzieri. Una notizia...

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Il turismo riparte, a dispetto delle previsioni poco confortanti di qualche mese fa. Ad agosto Napoli è tornata ad essere una meta ambita dai vacanzieri. Una notizia sorprendente anche per gli operatori del settore, dopo i risultati negativi di giugno e luglio. L’industria delle vacanze fa registrare numeri molto vicini a quelli del periodo precedente la pandemia. Non siamo ancora alla fine del tunnel, giacché gli stessi operatori prefigurano già esiti meno lusinghieri per il mese prossimo. E, nel frattempo, occorre sottolineare anche un altro fenomeno che ha caratterizzato l’intero comparto, a partire dall’esplosione della pandemia. Ristoratori, titolari di bar e, in misura minore, albergatori lamentano una mancanza di personale, determinata da una serie di fattori differenti. A Napoli e provincia sono, in tutto, almeno 10mila - tra dipendenti a tempo pieno e stagionali - i lavoratori allontanatisi dal comparto. Da un lato, dunque, il ritorno dei flussi turistici in città, dall’altro un deficit di addetti che le imprese si troveranno a fronteggiare con maggiore evidenza nel 2022. Intanto gli albergatori campani stanno valutando la possibilità di ospitare profughi afghani, per i quali è prevista la quarantena.

Il tasso di occupazione camere del mese di agosto - fa sapere Federalberghi - si aggira intorno al 70%. Un dato che, secondo l’associazione, corrisponde a circa il 10% in meno del 2019. Ad agosto, le strutture ricettive partenopee hanno recuperato, quindi, buona parte dei turisti perduti a causa dell’emergenza sanitaria. «Ognuno di noi - spiega Giancarlo Carriero, patron del Regina Isabella di Lacco Ameno - avrebbe messo la firma per avere numeri come questi». Un esito insperato, se si considera che nel 2020 a Napoli e provincia si era registrato un vero e proprio crollo, con un -71,3% delle presenze rispetto al 2019. «Agosto è andato meglio del previsto - spiega Antonio Izzo, presidente Federalberghi Napoli - e le aziende hanno richiamato il personale in Cig. In questo periodo, è importante che ci siano eventi programmati in anticipo, come la kermesse di nuoto alla Scandone, che abbracciano un ampio lasso di tempo. Oltre al beneficio immediato relativo all’occupazione camere, c’è anche un ritorno di immagine per il territorio». Gli imprenditori concordano sulla prevalenza ad agosto dei turisti italiani e dell’Unione europea. E perciò temono risultati meno brillanti a settembre, che era tradizionalmente un periodo in cui abbondavano gli extraeuropei.

«In questo mese - spiega Sergio Maione, patron dell’Hotel Vesuvio e presidente della sezione Turismo dell’Unione Industriali Napoli - ci sono state molte presenze soprattutto fino a domenica scorsa. Al Vesuvio abbiamo avuto il 70% degli ospiti rispetto a due anni fa. Abbiamo ancora una trentina di dipendenti in cassa integrazione. In alcuni alberghi si registra la mancanza di lavoratori stagionali, alcuni dei quali hanno trovato altri lavori, considerata la crisi del turismo. Ed alcuni di essi se ne sono andati all’estero». La carenza di stagionali scaturisce - secondo Costanzo Jannotti Pecci, patron dell’Hotel Britannique e di Palazzo Caracciolo - anche dal reddito di cittadinanza. «Molti hanno preferito andare in vacanza e continuare a percepire il sussidio, anziché lavorare», denuncia Jannotti. È difficile quantificare con esattezza il numero degli stagionali allontanatisi negli ultimi due anni. Per Giancarlo Carriero «si può stimare approssimativamente una quota compresa tra il 5 e il 10% di lavoratori in meno rispetto al 2019».  

Il fenomeno dei posti di lavoro perduti investe in modo anche più evidente il comparto della ristorazione, dei bar e del catering. La Fipe valuta in oltre 7mila i dipendenti a tempo indeterminato di imprese campane del settore che nel corso del 2020 hanno preferito cambiare lavoro. Nella ristorazione tanti hanno abbandonato un impiego da cameriere o da chef per scegliere quelle attività - come ad esempio i supermercati - non investiti dalla crisi. «Molti di questi - spiega il leader regionale della Fipe Massimo Di Porzio - non erano riusciti ad avere la Cig e quindi hanno fatto di necessità virtù. Occorre un piano di agevolazioni a beneficio delle imprese per le assunzioni e di formazione per le nuove leve che escono dalle scuole alberghiere. Come era prevedibile, questa è un’estate di ripresa dei flussi turistici, della ristorazione e della balneazione. Noi siamo per l’estensione del Green pass a tutte le attività per evitare nuove restrizioni, quindi ci sarà bisogno di personale che possa riempire i vuoti determinati dall’incertezza». 

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Il Mattino