La messinscena allestita lo scorso 12 luglio, quando i carabinieri furono chiamati a Varcaturo per il suicidio della moglie, era apparsa piena di contraddizioni sin da subito. A...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il Soviet era formalmente intestato alla moglie di De Falco, Romana Danielova, 55enne di origine ceca alla quale era unito da anni. La coppia aveva due figli. Sembra proprio che la gestione del centro medico fosse stata ultimamente al centro dei dissidi tra i due.
Il 12 luglio scorso De Falco, ai carabinieri e al personale del 118 intervenuti sul posto, raccontò di aver trovato al suo risveglio la moglie impiccata al cordino delle tende del salotto della loro abitazione. Ma già in occasione del primo sopralluogo emersero diversi dubbi sulla sua versione. E nei giorni successivi l'autopsia effettuata sul cadavere chiarì che la donna era stata strangolata al termine di una colluttazione. L'attenzione degli investigatori si è concentrata sin dai primi istanti sullo strumento che sarebbe stato utilizzato per commettere il suicidio, del tutto inadeguato a sostenere il peso del corpo della donna; successivamente, grazie anche a una serie di testimonianze, sono stati acquisiti elementi significativi sui conflitti tra i due, dovuti principalmente a dissidi economici connessi alla gestione del centro.
Oltre ad essere accusato di omicidio, De Falco è indagato anche per aver causato lesioni personali gravi ad una donna, un medico del 118, intervenuta sul luogo dei fatti e responsabile, agli occhi dell'uomo, di non aver sottoposto a Tso alcuni giorni prima la moglie, pur avendo la stessa, sempre secondo il racconto del marito, manifestato in passato segni di squilibrio mentale. L'uomo è stato rinchiuso nel carcere di Poggioreale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino