Uccisa perché denunciò i pedofili: il ricordo di Matilde quattordici anni dopo

La zona dove abitava Matilde Sorrentino, nel riquadro
Domani 26 marzo i ragazzi della Comunità alloggio per minori "Mamma Matilde" depositeranno 14 rose, che ricordano i 14 anni dall'assassinio di Matilde...

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Domani 26 marzo i ragazzi della Comunità alloggio per minori "Mamma Matilde" depositeranno 14 rose, che ricordano i 14 anni dall'assassinio di Matilde Sorrentino, al monumento delle vittime innocenti della camorra situato all'esterno della Chiesa di Sant'Alfonso, a Torre Annunziata. Nella sala dell'oratorio salesiano, i giovani del  territorio e i ragazzi della comunità incontreranno il procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli e Lucia Montanino, vedova di camorra che ha abbracciato il giovane killer di suo marito, incontro coordinato da don Tonino Palmese. Alle 16 tutti in campo per un "calcio al passato": ragazzi sottoposti a misura cautelare, magistrati capitanati dallo stesso procuratore Filippelli, carabinieri capitanati dal colonnello Melchiorre, polizia di stato guidati dal vice questore Gioia. Tutti in campo, magistrati, forze di polizia, educatori e famiglie.


Matilde Sorrentino fu assassinata sull'uscio di casa il 26 marzo 2004 a Torre Annunziata perché aveva denunciato gli aguzzini del figlio, nel rione "dei Poverelli".  Il killer è stato condannato all'ergastolo, i mandanti sono ancora sconosciuti. Grazie alla testimonianza chiave di Matilde, al processo vennero condannati - fino a 15 anni - diciannove orchi che violentavano bambini in un garage. Due di loro, scarcerati per decorrenza dei termini, verranno uccisi.   Leggi l'articolo completo su
Il Mattino