Uccise il cugino, la Procura: «Fu omicidio volontario»

Uccise il cugino, la Procura: «Fu omicidio volontario»
Una sola coltellata al torace, sferrata dal cugino al culmine di una violenta lite che vedeva l'assassino soccombere fino a quel momento, colpito ripetutamente anche con un...

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Una sola coltellata al torace, sferrata dal cugino al culmine di una violenta lite che vedeva l'assassino soccombere fino a quel momento, colpito ripetutamente anche con un piede di porco. Per la Procura di Torre Annunziata la morte di Salvatore Palombo, 44enne capo di un'officina meccanica di Castellammare residente a Santa Maria la Carità, fu un omicidio volontario. Per questo, al cugino Umberto Longobardi, anche lui 44enne, è stato notificato l'avviso di chiusura delle indagini preliminari. Agì da solo, secondo gli inquirenti.


Durante i sei mesi di indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia e coordinate dalla Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fagliasso, sostituto Andreana Ambrosino) non sono emersi profili di complicità. Intercettazioni, esami dei cellulari, rilievi scientifici e testimonianze non hanno aggiunto particolari novità alla dinamica dei fatti ricostruita già nelle prime battute.

Pregiudicato per spaccio, residente in un appartamento popolare a Casola di Napoli dove era relegato agli arresti domiciliari per reati inerenti al traffico di gasolio, Longobardi è noto in zona con il soprannome «Bertuccio o barracchiello». Difeso dall'avvocato Maria Fontanella, il 44enne ha praticamente confessato fin dal primo momento ai carabinieri di aver accoltellato Palombo, ma lo avrebbe fatto per difendersi. Perché nel pomeriggio dello scorso 2 gennaio Palombo era andato a casa di Longobardi con l'intenzione di «chiarire» in maniera violenta questioni legate a una presunta relazione sentimentale maturata all'interno della cerchia familiare dei due. Una presunta relazione extraconiugale che Longobardi non approvava e sulla quale aveva espresso parere negativo.

 

Secondo la ricostruzione degli investigatori, una serie di invettive via chat aveva spinto, poi, Palombo ad armarsi con un manganello e un piede di porco per raggiungere, insieme ad un amico, l'abitazione dove il cugino Umberto Longobardi era ai domiciliari con il braccialetto elettronico. Di qui, con i due litiganti ancora sul pianerottolo, la discussione degenerò immediatamente: Longobardi fu colpito più volte, prima di sferrare l'unico fendente con un coltellaccio da cucina. La ferita fu fatale. Palombo fu abbandonato al pronto soccorso dell'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove i medici riuscirono solo a costatarne il decesso. L'autopsia confermò la presenza di un'unica ferita. Con la chiusura delle indagini, Longobardi attraverso il suo legale Maria Fontanella avrà venti giorni di tempo per chiedere interrogatorio o integrazioni investigative, poi la Procura avanzerà richiesta di rinvio a giudizio.
 

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Il Mattino