Ucciso a Capodanno dalla figlia del boss: killer è nullatenente, spese processuali alla vittima

Ucciso a Capodanno dalla figlia del boss: killer è nullatenente, spese processuali alla vittima
Rimase vittima, a soli 24 anni, di un colpo di pistola esploso a Capodanno dalla figlia di un boss dei Quartieri Spagnoli di Napoli ma l'assassina è nullatenente e ad...

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Rimase vittima, a soli 24 anni, di un colpo di pistola esploso a Capodanno dalla figlia di un boss dei Quartieri Spagnoli di Napoli ma l'assassina è nullatenente e ad accollarsi le spese processuali, quasi 17mila euro, dovrà essere la famiglia della vittima. A rendere nota la storia è l'avvocato Angelo Pisani, presidente di NoiConsumatori. La cartella esattoriale, con richiesta perentoria di 18.600,89 euro, è stata addebitata oggi alla famiglia Sarpa che ha un'unica colpa, affermano gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, «essersi costituita parte civile nel processo contro Emanuela Terracciano, all'epoca 22enne, figlia del defunto boss Salvatore detto 'o nirone, condannata nel procedimento penale in via definitiva a 8 anni di reclusione, al risarcimento in sede civile di oltre 626mila euro e al pagamento delle spese processuali. «Ma è nullatenente - fa sapere Pisani - e a rispondere in solido ora è la famiglia«. Pisani spera in un intervento del Presidente della Repubblica e in una revisione della normativa anche fiscale che, sottolinea, »si sta rivelando una beffa per le vittime della criminalità».


Inizialmente si pensò che Nicola Sarpa fosse stato vittima del modo, becero, di festeggiare il Capodanno. Successivamente venne fuori che invece quei colpi di pistola erano stati esplosi contro un presunto rivale. A farne le spese, invece, di quella che oggi chiamiamo «stesa» (raid a colpi d'arma da fuoco per manifestare il proprio potere nel quartiere, ndr) fu quel giovane di appena 24 anni, affacciato al balcone. «Di questo passo - sottolinea Pisani - le vittime le vittime non denunceranno più i propri carnefici che sempre nullatenenti». Il presidente di NoiConsumati chiede all'Agenzia delle Entrate di cancellare questa cartella «assurda». «Alla famiglia è stato dato anche il gratuito patrocinio per difendersi dalla criminalità e adesso arriva la pretesa del pagamento». L'assassina di Nicola ha pagato il suo debito con la Giustizia e ora è libera: «Lo Stato, - conclude l'avvocato Pisani - non ha saputo garantire sicurezza e la vita del giovane colpito a morte mentre era sul balcone e ora pretende anche i soldi dalla mamma e fratelli della vittima: una beffa in danno di chi già ha sofferto e non avrà alcun risarcimento».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino