La testimone chiave, in questa storia, ha soli 14 anni. Poi c’è un minore indagato per rissa e un gruppo di genitori di tre ragazze che hanno visto le scene clou...
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LE TRE MINORI
Un omicidio per una spallata, nella ressa della movida di Diamante, tra due turisti. Uno scenario nel corso del quale svolgono un ruolo anche tre ragazzine, tutte minorenni, che hanno raccontato - non senza difficoltà - quanto assistito in presa diretta nelle varie fasi dello scontro. Tre minori, tre testimonianze, anche se una in particolare - quella della cosentina I.G. di 14 anni - sembra essere più incisiva a sostenere la prova del processo.
Ma è il giudice De Chiara a fare una premessa: «C’è reticenza nel racconto reso dalle tre minori per tutelare l’assassino», che sicuramente tacciono alcuni particolari della dinamica poi culminata nell’omicidio. Ed è un atteggiamento che sembra rafforzato dai rispettivi contesti familiari, con «i genitori che si oppongono alla visione dei cellulari delle rispettive figlie, che ostacolano il lavoro della polizia, intenzionata a visionare le chat che le tre ragazzine intrattenevano con alcuni indagati». Ma torniamo alla testimonianza clou, quella che di fatto incastra - almeno per il momento - Francesco Schiattarelli come responsabile dell’omicidio. Il gip mostra di dare credito al racconto di I.G., unica non napoletana ma da anni in vacanza a Diamante e in buoni rapporti con i giovani (tra cui molti minori) che partecipano alle tre fasi del litigio. Cosa dice la 14enne? Sostiene di aver incontrato, subito dopo il delitto, tale «Enzo», napoletano probabilmente minorenne (che non è stato ancora identificato) che le avrebbe raccontato che l’autore delle coltellate assassine nei confronti di Augieri era stato Francesco Schiattarelli. Una versione che viene ritenuta attendibile ed efficace da parte del gip napoletano, che convalida il provvedimento di fermo adottato dall’autorità giudiziaria calabrese. Un punto sul quale promettono battaglia i legali di Schiattarelli. Difeso dai penalisti Giorgio Pace e Francesco Paone, l’indagato ha ammesso di aver preso parte al litigio, ma nega in modo risoluto di essere responsabile dell’omicidio. E sono gli stessi avvocati a battere sul punto centrale dell’inchiesta. A tenere in carcere Schiattarelli sono le dichiarazioni de relato, per altro riconducibili da una minore a un altro minore, non ancora identificato. Basterà a sostenere un processo?
MISTER X
Una inchiesta che punta ad identificare anche gli altri responsabili della rissa. Si parte da uno spintone, dalle parole oltraggiose rese da uno dei due contendenti iniziali («tagliati i capelli, che sembri una femmina...»), fino all’appello ai rispettivi gruppi di amici a scatenare una rissa furibonda nel centro storico di Diamante. Inchiesta che ora attende nuovi sviluppi, oltre a una probabile valutazione del Tribunale del Riesame di Napoli.
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Il Mattino