Ucraina, l'arcivescovo di Napoli prega per la popolazione: «Questo silenzio è il nostro grido per la pace»

Ucraina, l'arcivescovo di Napoli prega per la popolazione: «Questo silenzio è il nostro grido per la pace»
«Questo silenzio è il nostro grido per la pace». Lo ha detto don Mimmo Battaglia, arcivescovo metropolita di Napoli, in occasione dell'inaugurazione della...

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«Questo silenzio è il nostro grido per la pace». Lo ha detto don Mimmo Battaglia, arcivescovo metropolita di Napoli, in occasione dell'inaugurazione della nuova sede della mensa don Raffaele Criscuolo presso la chiesa di Santa Sofia. Battaglia ha chiesto a tutti i presenti di osservare un minuto di silenzio per il popolo ucraino. 

«Fino a quando ci saranno da una parte i volontari e dall'altra gli indifferenti del quotidiano saremo tutti sconfitti», ha proseguito poi Battaglia. Dall'arcivescovo è stato espresso un ringraziamento ai tanti sacerdoti presenti in sala «segno - ha sottolineato - di una Chiesa che vuole essere sui territori e che vuole aprirsi alle fatiche della gente e farsene carico per ritrovare il senso della speranza. E una mensa è un gesto concreto che alimenta la speranza. Spesso - ha aggiunto - si sente dire che il tempo è denaro e invece il tempo è della solidarietà e dell'amore». 

L'arcivescovo ha evidenziato l'importanza che la chiesa così come il mondo del volontariato abbiano le porte aperte «perché si può entrare ma si può e si deve anche uscire perché non sempre chi è in difficoltà viene a bussare alla porta e dunque siamo noi che dobbiamo uscire e andare a cercare chi ha bisogno per spesso, per motivi diversi, non bussa alla nostra porta ricordando che il senso della carità è dare la possibilità all'altro di alzarsi e camminare sulle proprie gambe». Dall'arcivescovo infine un invito ai cittadini: «il cambiamento parte da ognuno di noi, da quello che saremo in grado di costruire. Dobbiamo scegliere ogni giorno da che parte stare altrimenti nel mondo continuerà ad aumentare sempre di più la distanza tra i ricchi e i poveri».

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Il Mattino