Un alloggio per i migranti nel bene confiscato ai clan

Una villa confiscata ai boss
«Andiamo avanti sulla strada dell'accoglienza, malgrado i tagli decisi dal governo sui fondi del Pnrr destinati ai beni confiscati». Antonio Sabino, sindaco del...

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«Andiamo avanti sulla strada dell'accoglienza, malgrado i tagli decisi dal governo sui fondi del Pnrr destinati ai beni confiscati». Antonio Sabino, sindaco del Comune che da qualche anno è diventato un modello nella gestione delle strutture sottratte alla criminalità organizzata, lo ha ribadito ieri nel corso di una riunione operativa - sul tema dell'emergenza migranti - alla quale ha preso parte il prefetto di Napoli Claudio Palomba.

Il primo cittadino non si è limitato alle polemiche nei confronti dell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni, ma ha messo a disposizione della prefettura alcuni alloggi destinati ad accogliere migranti, in primis minori non accompagnati. «Abbiamo una responsabilità istituzionale, ma anche politica e la nostra comunità locale, ancora una volta, non si tira indietro - dice Sabino - In questi ultimi due anni abbiamo accolto famiglie afghane, molte delle quali in fuga dai talebani, famiglie ucraine e, qualche settimana fa, i bambini e le bambini del popolo Saharawi. Li abbiamo accolti nei tanti beni confiscati presenti sul territorio: edifici, ville, strutture che abbiamo ristrutturato e affidato ad associazioni e cooperative sociali».

Il sindaco Pd, che ricopre anche l'incarico di consigliere metropolitano con delega al Patrimonio, aggiunge: «Basta odio, basta intolleranza, salviamo vite umane seguendo i dettami della Costituzione e i trattati europei. Noi sindaci siamo in prima linea e da Quarto mostriamo il nostro impegno. Anche il governo sia più responsabile sui temi delicati, come è quello dell'immigrazione».

A Quarto, secondo quanto emerso dalla riunione alla quale hanno preso parte anche altri sindaci e commissari alla guida di Comuni della provincia (Melito, Mugnano, Pompei, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata) sarà ospitata una famiglia del Burkina Faso. Cinque persone, tra quelle sbarcate di recente nella nostra regione, saranno accolte in uno degli appartamenti confiscati a Giuseppe Perrotta, storico affiliato clan Polverino sul territorio flegreo. In alcune della case appartenute a Perrotta (17 in totale i beni a lui riconducibili a Quarto) sono già da tempo ospitati cittadini afghani e famiglie italiane. In altri edifici e ville sottratte ad altri boss della zona - tra cui Nicola Imbriani e Roberto Perrone, entrambi esponenti di spicco del clan Polverino - già da tempo sono state avviate iniziative e attività di carattere culturale e socio-assistenziale. Casa Mehari e l'Albergo diverso sono l'emblema del cambio di passo, voluto con forza dall'amministrazione comunale, sul tema del riutilizzo dei beni confiscati alle potenti cosche egemoni sul territorio, Nuvoletta, Orlando, Polverino e Longobardi-Beneduce.
 

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Il Mattino