Più di quattrocento persone assiepate anche sulle vetrate che coprono le antiche mura greche nella splendida cornice della Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli. Un...
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A presentare le risultanze scientifiche del libro, scritto da Teresa Tauro a quattro mani con il contributo scientifico di Fausto Longo, docente di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana all’Università di Salerno, c’erano l’assessore alla cultura del Comune di Napoli, Nino Daniele, il soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per il Comune di Napoli, Luciano Garella, il presidente del corso di laurea magistrale in Conservazione e restauro dei beni culturali dell’Università Suor Orsola Benincasa, Pasquale Rossi, il funzionario archeologo della Soprintendenza ABAP di Napoli, Daniela Giampaola e Anna Savarese, vicepresidente di Legambiente Campania, che in collaborazione con la Curia di Napoli ha curato la rinascita di uno dei grandi gioielli del patrimonio artistico napoletano: la Chiesa di Sant’Agnello Maggiore meglio conosciuta come la Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli.
Per concludere la conferenza c’era il sottosegretario al Ministero per i Beni Culturali e il Turismo, Antimo Cesaro, che ha sottolineato “il carattere multidisciplinare del volume in grado di stimolare suggestioni di carattere filosofico, storico, archeologico e artistico”. Un libro che come ha evidenziato Cesaro “può rappresentare lo specchio di una città come Napoli che ha mille declinazioni del suo patrimonio culturale e che può essere uno strumento importante per attrarre anche turisti più colti che si muovono perché stimolati dalla presenza di precisi percorsi di approfondimento storico e non vengono a Napoli soltanto per la curiosità delle canoniche iconografie della città”.
Al termine della conferenza, intervallata dal reading di Rosa Criscitiello, le suggestioni della storia partenopea si sono spostate a tavola con un apericena a tema ad animare il cortile della Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli. Eccellenze enogastronomiche campane accostate all’arte e alla storia a cura di “Arena Spartacus Amico Bio” che all’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere ha fondato nel 2013 il primo ristorante al mondo in un sito archeologico. Un grande esempio di valorizzazione dei beni culturali attraverso investimenti privati da cui potrebbe ripartire proprio tutta la zona delle mura greche della città di Napoli.
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Il Mattino