L’allarme è per il ritardo dei lavori per le Universiadi. «Con le attuali norme - ammette De Luca - non ce la facciamo per la primavera 2019». Così...
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Luca Lotti, ieri, ha fatto un sopralluogo allo stadio Collana per verificare l’andamento dei lavori, prima di un vertice con Regione, Coni e Comune. Il ministro dello Sport è entusiasta delle Universiadi: «Tra governo e Regione investiamo 250 milioni sugli impianti di Napoli e della Campania - ha detto durante l’incontro - ma vi rendete conto? Se le olimpiadi degli studenti funzioneranno noi avremo le carte in regola per ripresentare la candidatura per le Olimpiadi. Che, dopo questo investimento unico in Italia sugli impianti sportivi, non potranno non coinvolgere Napoli».
I problemi, tuttavia, non mancano. A cominciare dai tempi. «È vero, siamo un po’ in ritardo - ammette Lotti - ma proprio per questo ci siamo riuniti, abbiamo fatto un buon lavoro di squadra e oggi si iniziano a veder i primi risultati facendo un punto operativo. Stiamo pensando a strumenti normativi per facilitare tutto. Invece dal punto di vista economico, può sembrar strano, ma è la prima volta che tutte le risorse necessarie per l’organizzazione delle Universiadi sono sul tavolo e sono pronte ad essere utilizzate».
Più radicale, come sempre, Vincenzo De Luca: «Dobbiamo ridurre i tempi di realizzazione di tutti gli appalti, perché con i tempi previsti dalle opere non riusciamo a concludere i lavori entro la primavera del 2019 - è l’allarme -. Serve una norma ad hoc che va sottoposta all’autorità anticorruzione, ricalcando il modello Expo dove c’era un’urgenza. Se non approviamo questa norma siamo nell’impossibilità di ospitare le Universiadi. La norma servirà a derogare rispetto alle norme attuali e ci consentirà di ridurre di due terzi i tempi per appaltare le opere o per prendere altre decisioni sia per gli impianti che per i servizi».
La questione dei tempi è vitale. D’altra parte c’è una certa diffidenza di governo e Coni su una gestione delle Universiadi delegata solo alla Campania. Ecco perché c’è bisogno di un commissario. Le olimpiadi degli studenti, infatti, sono l’unica grande manifestazione sportiva italiana. Come aveva spiegato giorni fa Giovanni Malagò «il Coni ci mette la faccia, il governo i soldi. Vogliamo fare bella figura». Tra le prime persone inserite, era stato scelto Marco Tardelli, l’ex campione del calcio, con il ruolo di responsabile del raccordo con le federazioni sportive. La questione, però, è saltata. Perché non si è trovato l’accordo economico con l’ex calciatore, si parlava di 10mila euro al mese per 18 mesi. E soprattutto perché nessuno si è preso la responsabilità di affidare l’incarico. Non l’Aru, l’agenzia regionale per le universiadi, che attualmente gestisce le Universiadi con ruoli svolti gratuitamente, ma neanche il Coni.
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Il Mattino