Università Federico II a Scampia, inaugurazione con il ministro Messa: «Segnale forte»

Il modello Scampia fa scuola. «Questa è un'iniziativa molto importante non solo per la città di Napoli ma come segnale forte di quanto un'istituzione...

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Il modello Scampia fa scuola. «Questa è un'iniziativa molto importante non solo per la città di Napoli ma come segnale forte di quanto un'istituzione come l'Università può fare per il proprio territorio e per il proprio Paese». Lo ha detto il ministro per l'Università, Maria Cristina Messa, arrivata nel quartiere partenopeo per partecipare tra le Vele all'inaugurazione della nuova sede della Federico II che accoglie i corsi di Professioni sanitarie di Medicina. «È un'iniziativa importante - ha aggiunto - che va curata, seguita, portata avanti e aiutata anche dallo Stato che non può ignorare parte del proprio Paese e dunque essere qui oggi di persona è fondamentale per portare la presenza dello Stato». Decisiva l'interazione con la comunità locale.

Il ministro ha sottolineato la necessità che la sede dell'Università non sia «una cattedrale nel deserto. Il rettore lo sa bene: Federico II ha già aperto in altri quartieri, non è facile ed è un'operazione che richiede molto impegno non solo della governance ma anche dei docenti, del personale e degli studenti perché è chiaro che venire qui sarà scomodo ma è molto importante creare quell'atmosfera e l'ambiente per cui i ragazzi vengono volentieri». Maria Cristina Messa si è detta «contenta» che l'ultima uscita da ministro sia stata a Napoli, e auspicato che nel prossimo governo «ci sia un dicastero dedicato alla ricerca e all'università altrimenti si rischia di perdere l'attenzione». Poi ha sottolineato una coincidenza: «La prima uscita da ministro l'ho fatta un giorno 17 alla Reggia di Capodimonte e oggi, 17, qui a Scampia». Una paura per dire: «Il mio ministero ha dato molta attenzione a questa città, ho vissuto molti luoghi in questa città, ho sempre apprezzato l'aspetto innovativo imprenditoriale, giovani entusiasti. Non solo l'ho vista ma il mio ministero posso dire che parla più napoletano che milanese. Questa città mi invoglia a dare un augurio a tutti voi, ed è quello di tenere sempre i piedi per terra ma di volare alto». 

A intervenire il governatore Vincenzo De Luca, che ha difeso il Sud e le risorse in arrivo con il Pnrr, l'immagine del quartiere alla periferia di Napoli, e ha ribadito: «Parliamoci con onestà, qui la camorra non è scomparsa, abbiamo un forte radicamento di delinquenza organizzata ma sappiamo che la realtà di Scampia è cosi complessa e ricca che merita di essere descritta in tutti i suoi aspetti». Chiama in causa lo «spirito civico» dimostrato dai residenti per «le opere che qui abbiamo realizzato, come la stazione della metropolitana al pari dei murales». Del resto, aggiunge, «più si riqualifica più cresce lo spirito civico». Da qui un appello, ironico, agli studenti: «La Regione investe qui 50 milioni di euro, questo bel panettone rispettatelo e non devastatelo». Per realizzare il polo, ha ricordato De Luca, ci sono voluti oltre venti anni «situazione che non può essere accettata, vuol dire che il paese è morto». 

«L'opera dovrà essere completata, avremo bisogno di qualche decina di milioni euro, abbiamo bisogno di efficienza, dobbiamo fare un salto di qualità anche in relazione alle scadenze programmatiche europee», ha sottolineato De Luca e rilanciato l'auspicio: «Faremo di tutto per costruire prospettive di lavoro al termine del vostro impegno ma voi abbiate la convinzione chi vi prospetta l'assistenza non è un vostro amico, è vostro amico chi vi dà gli strumenti, la formazione e il coraggio per essere voi per primi responsabili della vostra vita». 

Raggiante il sindaco Gaetano Manfredi: «Napoli può essere riferimento per la ripartenza del Paese partendo da quei luoghi che sono definiti del disagio e che invece sono luoghi di opportunità. Noi meritiamo molto di più di quello che sembra. Napoli ha grandi risorse, capacità e voglia di fare in tutte le sue espressioni. Questo non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza e costituisce l'affermazione che a Napoli le cose si possono fare e si possono fare bene». 

Un'operazione benedetta dal vescovo Domenico Battaglia. «Oggi Napoli si congiunge ad una delle sue periferie più dimenticate ed etichettate, oggi in un luogo dove molti giovani venivano cercare la morte inizia una storia nuova, in questo quartiere i giovani verranno a costruire il proprio futuro», il messaggio.  I giovani, ha sottolineato il vescovo, verranno a «raccogliere sapienza e coraggio per servire coloro che hanno più bisogno di aiuto, i malati e i deboli. Vogliamo che il signore benedica questo luogo e che benedica i loro sogni di riuscita della loro vita ordinandoli alla giustizia e alla pace». Non sono mancate, però, le proteste. Gli attivisti del Comitato Vele, Cantiere 167 e Movimento disoccupati 7 novembre hanno esposto uno striscione con lo slogan Siamo solo sognatori abusivi. «La gente come noi non molla mai», l'urlo per rivendicare quello che si è ottenuto a Scampia è anche merito della loro lotta. «Siamo stanchi di aspettare, noi vogliamo lavorare». Intervento polemico anche dell'ex sindaco Luigi de Magistris, plauso dai sindacati

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Il Mattino