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Un'offerta cultura a 360 gradi, 365 giorni all'anno. Questo l'obiettivo fissato dal Comune di Napoli per il 2023. Tra bilanci e prospettive a Palazzo San Giacomo già si lavora in vista delle prossime scadenze. A fare il punto è Sergio Locoratolo, scelto dal sindaco Gaetano Manfredi come coordinatore delle politiche culturali del Municipio.
I 50mila in piazza del Plebiscito sono stati soltanto la punta dell'iceberg di quello che Locoratolo chiama «palinsesto culturale». Il Capodanno a Napoli infatti è durato quattro giorni: a partire dal concerto sotto la Galleria Umberto, il 29 dicembre, in ricordo di Pino Daniele, passando per lo spettacolo del 30 al Plebiscito con l'esibizione di Rkomi, fino al Peppy night, per arrivare all'evento del 1 gennaio, scritto e rivisto dal maestro Roberto De Simone, nella chiesa di San Domenico Maggiore. «Il Capodanno napoletano è stato un evento unico. Nessun'altra città d'Italia ha organizzato una quattro giorni come la nostra - ha ribadito Locoratolo -. Abbiamo offerto alle centinaia di migliaia di turisti accorsi a Napoli un vero e proprio cartellone culturale». L'idea del sindaco Manfredi era «proporre iniziative che potessero parlare a tutta la città» ricorda Locoratolo. Con un tema politico di fondo: recuperare la «coesione sociale e parlare a tutti». Dal pop al raffinato, dal melodico al neomelodico, passando per la musica classica. Il file rouge è il brand Napoli, sul quale questa amministrazione ha fatto all-in. «Abbiamo puntato innanzitutto a creare un sistema integrato con il turismo e guardando gli ultimi dati possiamo dire di essere riusciti a lavorare in sinergia - evidenzia Locoratolo -.
Il disegno della città policentrica: rendere protagoniste anche le zone meno paillettate della city. Intanto da piazza Municipio si sta già lavorando ai prossimi eventi: «A febbraio c'è il 70esimo della nascita di Massimo Troisi - sottolinea Locoratolo -, poi ci saranno due eventi: i 100 anni dalla nascita di Aldo Masullo, dove verrà ricordato il suo impegno politico e sociale, soprattutto con i giovani; e il grande appuntamento degli 80 anni delle 4 giornate di Napoli. Lo celebreremo anche nel ricordo di Antonio Amoretti, ultimo partigiano napoletano, recentemente scomparso». Ci saranno anche eventi più smart: come per esempio il Carnevale in salsa napoletana. «Vogliamo destagionalizzare l'offerta culturale - aggiunge -, avere una copertura su tutti i 12 mesi dell'anno. Stiamo infatti studiando delle cose anche per il periodo gennaio-aprile che tradizionalmente è un periodo meno movimentato». Il coordinatore delle politiche culturali dell'ente ci tiene infine a rimarcare come si tratti di «un lavoro di squadra». «In primis il sindaco - dice Locoratolo - che ha dato l'input, poi gli assessori, gli uffici, le società partecipate e la polizia Municipale. Questa è la dimostrazione che si possono fare le cose se si cammina tutti nella stessa direzione».
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