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Segnatevi questa data: 4 aprile 2021. Era il giorno di Pasqua ma la resurrezione sull'andamento della campagna vaccinale in Italia l'hanno fatta segnare proprio loro, gli anziani, quelli più fragili che andavano protetti prima di tutti gli altri e che in quel giorno - nonostante le feste in famiglia (con distanziamento) e le tradizioni da rispettare - si sono recati in massa agli hub per le somministrazioni facendo segnare il record assoluto nella media mobile (a 7 giorni) per la categoria: 104.800 inoculazioni giornaliere. Dieci giorni dopo, siamo al 13 aprile, si raggiunge un'altra cifra ragguardevole: 103.915 vaccinazioni. Il record per gli ultra-novantenni, altra categoria giudicata prioritaria, risale invece al primo aprile: 21.119 iniezioni come media mobile settimanale.
Insomma, il vero scatto in avanti più volte richiesto dal commissario Figliuolo è avvenuto proprio il mese scorso, uno sprint grazie al quale oggi quasi 9 ultraottantenni su 10 hanno già ottenuto la prima dose e sette su dieci risultano immunizzati. Un dato importante che va associato anche a una forte ripresa di somministrazioni con il vaccino Astrazeneca che, riposizionato più volte da Aifa e ministero della Salute rispetto alle fasce d'età per le quali è giudicato più indicato - sembra essere particolarmente gettonato proprio dai soggetti over 70 che spesso ne fanno specifica richiesta. Un dato, quello dell'incremento delle vaccinazioni per la fascia di popolazione considerata più esposta al rischio infezione, che ha parallelamente determinato una progressiva contrazione dei contagi e quindi della diffusione del virus e dei ricoveri ospedalieri.
Basta confrontare i numeri mese su mese. Ieri il bollettino del ministero della Salute ha evidenziato un incremento di 5741 nuove infezioni, 1544 posti in terapia intensiva occupati e 10.383 ricoveri ordinari.
I numeri però dicono che la campagna stenta ancora a prendere il largo nella fascia 70-79 anni che rappresenta un contingente molto delicato: si tratta infatti di persone quasi sempre molto attive, autosufficienti e dotate di una certa mobilità, motivo per il quale la loro esposizione al contagio resta elevata. La platea censita dal commissariato di governo è di poco più di 6 milioni dei quali circa un milione e mezzo (1.556.823) ha ricevuto entrambe le dosi, pari al 26,1% mentre la prima dose è stata somministrata al 78,1% del totale (4.659.717). L'incremento rispetto a una settimana fa è abbastanza contenuto: circa 300mila immunizzati in più e 150mila prime dosi in aggiunta. Secondo l'ultimo report del commissariato di governo, datato 14 maggio 2021 (i dati aggiornati saranno pubblicati oggi), nella fascia 70-79 manca all'appello un altro milione e mezzo di anziani (circa il 24% della platea) che non ha ancora ricevuto neppure una dose di vaccino. Dunque, ora lo sprint va eseguito su questa fascia di rischio. Ecco perché anche nelle ultime ore il generale Francesco Paolo Figliuolo ha chiesto alle Regioni di insistere sulle categorie fragili. «C'è stato un calo vertiginoso dei ricoveri e dei decessi dando priorità alle classi vulnerabili - ha ricordato il commissario - Adesso abbiamo davanti 2-3 settimane in cui dobbiamo tenere la barra dritta». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino