Vaccini Covid a Napoli, open day solo per donne incinte al Policlinico: «L'iniezione le salverà»

Vaccini Covid a Napoli, open day solo per donne incinte al Policlinico: «L'iniezione le salverà»
Open day settimanale per le donne che aspettano un bambino. Ogni giovedì mattina, a partire dal 16 settembre, l'azienda ospedaliera universitaria Luigi Vanvitelli...

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Open day settimanale per le donne che aspettano un bambino. Ogni giovedì mattina, a partire dal 16 settembre, l'azienda ospedaliera universitaria Luigi Vanvitelli aprirà le porte alle future mamme per vaccinarle in sicurezza grazie a un team di specialisti pronti a offrire assistenza e consulenza. Ispiratore di una iniziativa ancora unica nel suo genere, il professore Nicola Colacurci, ordinario di Ginecologia alla Seconda Università e presidente dell'Associazione ginecologi universitari italiani.

Era da tempo che Colacurci - nel tentativo di rendere più agevole e consapevole la somministrazione del farmaco anti Covid alle donne in gravidanza - aveva proposto l'istituzione di un mini hub dedicato solo ed esclusivamente a loro. «Finalmente ce l'abbiamo fatta: le fiale ci sono e siamo pronti a partire - commenta il professore - speriamo che le future mamme raccolgano il nostro invito e vengano a trovarci. Il vaccino, voglio ribadirlo con chiarezza, è il modo più efficace di proteggere la donna e il suo bambino dagli effetti del virus». L'iniziativa si inserisce nell'ambito della più ampia campagna vaccinale messa in campo dall'Aou Vanvitelli. Qui, nel complesso di Santa Patrizia, in via Armanni 7, dalle 9 alle 12.30, ogni giovedì, le donne incinte intenzionate a immunizzarsi avranno una corsia preferenziale. «Ad accoglierle - spiega meglio il professore - ci sarà un ginecologo pronto a rispondere a ogni domanda per liberare il campo da false notizie e preoccupazioni troppo spesso infondate». 

Solo dopo aver sciolto ogni dubbio il medico procederà all'anamnesi e quindi alla vaccinazione, non prima di aver registrato il battito cardiaco di madre e figlio. A distanza di trenta minuti dalla somministrazione della fiala, poi, è anche prevista la possibilità di effettuare un controllo ecografico per verificare il benessere del nascituro. Il vaccino utilizzato sarà di tipo mRna. Una ulteriore garanzia di sicurezza anche secondo Antonio Chiantera, decano dei ginecologi napoletani, e presidente della Società Italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo). Il professore da mesi è impegnato nel tentativo di smorzare timori o incertezze, spiegando - dal punto vista scientifico - che la paura di eventuali danni al feto non ha alcuna plausibilità biologica, perché - ed ecco una delle ragioni - i frammenti di mRna, non solo sono molto piccoli, ma godono anche di vita brevissima. Dunque, oltre a non passare attraverso la placenta perché, appunto, durano pochissimo, non arrivano neanche nel latte, come ha dimostrato un recentissimo studio. Nessun problema, insomma: via libera in sicurezza a chi vorrà offrire il braccio alla competenza dei ginecologi del policlinico Vanvitelli: «Se abbiamo organizzato gli Open day è per provare a vincere le resistenze delle donne - aggiunge Nicola Colacurci - e liberarle dai consigli, talvolta sbagliati, di chi non sempre intende assumersi la responsabilità di somministrare loro il farmaco. Tra le ragioni per le quali non si sono vaccinate, molte pazienti mi hanno riferito di essere state scoraggiate proprio dai medici vaccinatori. Dovendo rispondere in prima persona di eventuali problemi che potrebbero derivare dalla somministrazione del farmaco, non tutti se la sentono di pungere le mamme in dolce attesa. Noi invece sì». Da qui la decisione dell'azienda ospedaliera Luigi Vanvitelli di dedicare un giorno alla settimana solo a questo. 

Informare e vaccinare, dunque, un binomio dal quale non è più possibile prescindere. Nella prima ondata non era emerso con chiarezza, ma è stato invece drammaticamente sottolineato dalla seconda: nelle donne in gravidanza l'infezione, non solo attecchisce di più, ma ha anche un maggior numero di complicanze. E non si contano le storie di giovani donne ancora ricoverate in terapia intensiva perché affette dal Covid. Non solo. È auspicabile rendersi immuni anche durante il periodo di allattamento. I medici dell'Associazione ginecologi universitari italiani non hanno dubbi: «Nessun problema per il piccolo. Anzi: i vaccini non passano nel latte materno, e questo è un dato accertato, ma gli anticorpi indotti dal vaccino sì». Anche quello contro il Covid.

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Il Mattino