Vaccini a Napoli: «Malati di cancro impauriti, in troppi rinunciano alla dose»

Vaccini a Napoli: «Malati di cancro impauriti, in troppi rinunciano alla dose»
È partita, negli ospedali, la campagna vaccinale per i pazienti fragili e in particolare per gli oncologici ma si stanno registrando tantissimi rifiuti: defezioni dal 30 al...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

È partita, negli ospedali, la campagna vaccinale per i pazienti fragili e in particolare per gli oncologici ma si stanno registrando tantissimi rifiuti: defezioni dal 30 al 50 per cento dei casi. I motivi? La paura del vaccino, la prospettiva di dover sospendere le terapie già programmate (ma in realtà si tratta solo di posticipare di qualche giorno chemio, radio e assunzione di farmaci), il timore di dover incrociare la tempistica della vaccinazione con le cure in corso, la diffidenza rispetto al reclutamento che viene effettuato dagli amministrativi dei centri di cura oncologici che non sono riconosciuti dai pazienti come interlocutori autorevoli. Un quadro in cui il tassello che manca è una più capillare informazione: «I pazienti vanno rassicurati avverte Cesare Gridelli, primario di oncologia, punto di riferimento nel campo dei tumori al polmone e non solo - bisogna chiarire che la chiamata alla vaccinazione da parte dei centri e delle strutture di riferimento oncologiche è sempre condivisa con l'oncologo curante e che il rischio del Covid è molto alto nei pazienti affetti da cancro che non si vaccinano».


Per quale motivo i pazienti oncologici rifiutano di vaccinarsi?
«Hanno paura, sanno di essere fragili e penano che questo li esponga ad eventuale eventi avversi del vaccino».


E invece come stanno le cose?
«Il timore è ingiustificato, proprio in quanto fragili le persone affette da tumore e sottoposte a terapie devono vaccinarsi al più presto».


Come avviene il reclutamento dei pazienti da vaccinare?
«I centri oncologici e le strutture presso le quali questi malati vengono curati li stanno contattando. Ciò avviene attraverso uffici amministrativi ma la risposta classica è devo prima chiedere al mio oncologo. Ovviamente queste chiamate sono pienamente condivise dall'oncologo e su questo occorre fare chiarezza».


E gli altri oncologici non in carico ai centri?
«Rientrano nelle categorie dei fragili ma avranno accessi diretti alla vaccinazione o perché inscritti nelle altre categorie per età, oppure segnalati tramite la piattaforma per i fragili, ovvero attraverso il filtro della medicina di famiglia. Solo gli estremamente fragili sono chiamati a vaccinarsi presso le strutture sanitarie ospedaliere e i centri di riferimento regionali di II livello come i Policlinici e il Pascale».


Quale tipo di vaccino viene somministrato a questi pazienti?
«Quello di Pfizer».


Di cosa hanno paura i pazienti?
«Sostanzialmente di tre cose: della presunta mancata condivisione con l'oncologo. Dell'intralcio che pensano il vaccino possa avere con le terapie in corso, chemio radio e immunoterapia, che invece non sono una controindicazione. Delle controindicazioni del vaccino rispetto alla loro condizione».


Come stanno invece le cose?
«Le controindicazioni sono riferite solo alle allergie a precedenti vaccini, patologia infettive in atto e altre controindicazioni che sono prese in considerazione all'atto dell'anamnesi prima dell'inoculazione. La vaccinazione in un paziente oncologico non pregiudica la continuità terapeutica e che, di contro, non vaccinarsi lo espone a un elevato rischio di infezione e di patologia severa».


Forse servirebbe un rapporto diretto tra medico e paziente?
«Normalmente è quello che avviene ma nel corso di una vaccinazione di massa, dove le domande provengono da migliaia di persone, è bene allargare il raggio dell'informazione e sul sito delle Rete oncologica regionale (Roc) sono riportate in evidenza tutte le linee guida. La scarsa adesione alle vaccinazioni è un dramma: affidarsi a percorsi basati su dati scientifici è l'unico modo per sconfiggere la paura».


Cosa dicono queste linee guida?
«La comunità scientifica ritiene che ai pazienti oncologici debba essere offerta la vaccinazione purché non vi siano controindicazioni analoghe a quelle per la popolazione generale».


Chi ha già avuto il Covid deve vaccinarsi?
«La vaccinazione non contrasta con una precedente infezione da Covid-19, anzi potenzia la sua memoria immunitaria».


Il vaccino deve essere effettuato prima o dopo la terapia oncologica?
«A distanza di qualche giorno: quando possibile deve essere eseguita prima dell'inizio della terapia oncologica, medica, chirurgica o radioterapica. Nei pazienti che hanno già iniziato la terapia, i dati esistenti non indicano una tempistica specifica di somministrazione».


Cosa si intende per pazienti oncologici fragili?


«Pazienti con patologia tumorale maligna in fase avanzata non in remissione, in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino