Vaccini, a Napoli la sfida al freddo dei ragazzi degli anni ‘30

Vaccini, a Napoli la sfida al freddo dei ragazzi degli anni ‘30
L’ex rettore Gennaro Ferrara, 83 anni, 24 alla guida della Parthenope, sciarpa sotto il giubbotto in piuma d’oca e mascherina immacolata, fissa sullo schermo Di Maio...

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L’ex rettore Gennaro Ferrara, 83 anni, 24 alla guida della Parthenope, sciarpa sotto il giubbotto in piuma d’oca e mascherina immacolata, fissa sullo schermo Di Maio confermato ministro nel governo Draghi, e aspetta. Attende il tempo necessario dopo il vaccino per scongiurare il rischio di effetti collaterali. Alla Mostra d’Oltremare il professore è assieme a Tiziana Volpe, la moglie più giovane e ricercatrice del Cnr che ha effettuato la registrazione sulla piattaforma regionale. «Non usciamo quasi più di casa: ci manca viaggiare, e la normalità pre-pandemia», spiegano entrambi. Perché il vaccino è una «questione di famiglia». 


Gli anziani raccontano della rinunce, dei disagi, della clausura interrotta solo in questa circostanza pur di ottenere l’iniezione e riabbracciare i propri cari. Incuranti dell’allerta meteo. Difatti, arrivano quasi tutti i convocati: 386 su 400; 4 mancano perché costretti a letto, mentre un 84enne ha un malore prima di completare la procedura all’ingresso e muore all’ospedale San Paolo. «L’ho soccorso io, purtroppo non c’è stato nulla da fare», dice l’anestesista Pasquale De Rosa, riassumendo una situazione clinica complessa. «L’arresto cardiaco non può essere collegato al vaccino, nemmeno somministrato. Ma è sempre opportuno valutare con il medico di famiglia se chiedere l’iniezione a casa», raccomanda il direttore sanitario dell’Asl, Mariella Corvino, che definisce questi nonni «temerari».

«Pronti a sfidare il maltempo, tutti convinti sostenitori della campagna anti-Covid e più disciplinati dei medici», così invita di nuovo i 5mila professionisti e operatori che non si sono presentati a rivedere la scelta. «Non dovono essere egoisti», avvisa. «Dando l’esempio, si svolge una funzione educativa: evidentemente, non ne hanno capito l’importanza», li bacchetta Ferrara. Tra i volti noti, c’è pure Ermanno Pelella, avvocato, leader del partito liberale nonché ex vicesindaco. In doppia mascherina e Loden, è accompagnato dal figlio, un altro “ex”. «Sono stato consigliere comunale», spiega Luigi, lodando l’organizzazione.

«Migliore del previsto. Unica pecca: aver dovuto ricompilare il modulo trasmesso online. All’esterno, nonostante il gelo». Ma il piano anti-code funziona, i vigilanti aprono un percorso extra per evitare che all’uscita i più fragili si bagnino e le operazioni procedono rapidamente, tant’è che gli appuntamenti delle 17.45 vengono anticipati alle 16. «L’accoglienza è con il sorriso», prosegue Pelella, protagonista di una “Carràmba” senza telecamere. «Mi ha fatto l’iniezione la figlia di Angelo Montemarano, l’ex assessore alla sanità in Campania: ho visto nascere Marcella. Che emozione». 


La 38enne con il nome cucito sul camice aggiunge orgogliosa: «Ho chiesto io di lavorare qui, il vaccino salva-tutti». Annuisce Mena Liccardi, la dottoressa del Cardarelli diventata un volto simbolo del V-Day: il 27 dicembre ha ricevuto, per prima, la dose. «Ora accompagno mia madre per la stessa ragione», spiega emozionata. La chiamata è in ordine di iscrizione online, 40 invitati per ogni distretto sanitario. E Adelina Ciampi, la mamma 87enne d’innata eleganza, anche lei “pioniera Pfizer”, ha già preparato il brodo per festeggiare. «Con il Covid, vivo in uno stato di ansia permanente. Dopo il richiamo, il mio desiderio è rivedere anche l’altro figlio e mia sorella, che non può camminare e abita a un quarto piano senza ascensore». Antonio Diamante, ingegnere 83enne, entra nel box subito dopo la sua consorte, Assunta Riccio, 81enne, e ricorda l’amore sbocciato ai tempi dell’Università e il terrore di uscire nell’ultimo anno. «Siamo uniti anche nella profilassi. E il vaccino ci rende finalmente liberi di andare a trovare nostro figlio». Ma, Alessandro, di professione avvocato, è già lì per dare una mano. Anche per Pasquale Putino, 83 anni in carrozzina, la battaglia anti-Covid si vince o si perde insieme: sua moglie Renata ha prenotato, la figlia Daniela lo ha aiutato nel Covid Center di Fuorigrotta, l’altro figlio Vincenzo Maria è rimasto in macchina, con il ruolo di autista. «Un’organizzazione perfetta», certifica. «Siamo felici, per noi è l’inizio di una nuova vita», si commuove la primogenita. Poi c’è Antonietta Polito, ha 81 anni ed è tra le più giovani del gruppo: «La protezione mi permette di poter fare le visite cancellate: ho la pressione alta, il colesterolo e il diabete». 


Oggi tocca ad altri 400, per i restanti 24mila dipende dalla disponibilità del farmaco. E, nella lista dei prenotati in mattinata, c’è una persona di 101 anni. «Ma, per valutare se è il caso di venire in sede, è bene parlare con il medico di famiglia», insiste Corvino, mentre l’Asl fa scattare le verifiche sugli elenchi degli operatori sanitari. Oltre ai 5000 assenti, risultano 1500 presenti in più, ovvero vaccinati non iscritti in piattaforma. Queste posizioni da chiarire si sommano ai 30 furbetti già segnalati in Procura. E, tra le anomalie, una signora l’altro ieri è stata fermata ai cancelli perché ha esibito il messaggio di convocazione ma non coincideva il nome: è risultata registrata con il numero di telefono della sua fisioterapia, presumibilmente disponibile a cederle la dose, viste le condizioni di salute effettivamente critiche. Ci sono stati anche altri “scambi di persona”?
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Il Mattino