«Vaccini, più open day in Campania e così a Ferragosto tutti liberi»

«Vaccini, più open day in Campania e così a Ferragosto tutti liberi»
La fine della pandemia è lontana, la circolazione della variante indiana, e della sua ultima versione “plus”, è sempre più consistente ma le...

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La fine della pandemia è lontana, la circolazione della variante indiana, e della sua ultima versione “plus”, è sempre più consistente ma le adesioni di cittadini al Piano vaccinale non superano, a Napoli, il 62 per cento della popolazione. Se a ciò si aggiunge che dalle 350 mila dosi in media, consegnate nel mese di giugno alle Asl della Campania, si passerà, a luglio, a circa 187mila, si comprende quanto possa essere fosco lo scenario.

Cosa fare per spingere al vaccino il maggior numero possibile di cittadini? Si può migliorare nel meccanismo di convocazione che spesso giunge con un solo giorno di preavviso? E perché non puntare più decisamente sul rapporto fiduciario con medici e farmacisti? A rispondere è Antonio Postiglione, direttore generale del dipartimento Salute dell’Ente di Palazzo Santa Lucia. «Come Unità di crisi guardiamo con preoccupazione alle basse percentuali di adesioni al piano vaccinale. Abbiamo numeri migliori in altri territori ma ancora non soddisfacenti». 

Quali sono le percentuali di adesioni? 
«A Napoli siamo fermi al 62 per cento, arriviamo al 67 a Napoli 3 sud e al 65 per cento a Napoli nord, con larghe schiere di over sessantenni non vaccinati ovunque. A Caserta si sfiora il 68 per cento, e ad Avellino e Benevento, che hanno una minore densità di popolazione e dunque minori rischi, siamo a percentuali attorno al 75 per cento».

Come pensate di superare questo scoglio?
«Bisogna attuare una campagna per informare del rischio che corrono i non vaccinati e spingere le persone che restano nell’ombra a farsi avanti. Lo scudo immunitario è l’unico modo per abbattere il rischio di malattia negli anziani, e di trasmissione virale nei giovani. Completare il ciclo vaccinale è essenziale per ridurre al minimo gli esiti di una eventuale infezione». 

Però le dosi mancano, a luglio saranno centellinate: non è un paradosso?
«La programmazione può essere fatta solo sulle dosi disponibili. E dai calcoli che abbiamo fatto in unità di crisi dovremo contrarre la quota di prime somministrazioni per concentrarci sulle seconde. Ma ogni volta che avremo margini programmeremo gli open day anche senza prenotazioni. Se ci trovassimo di nuovo in crisi a ottobre ne pagherebbe tutta la società anche dal punto di vista economico e sociale. La pandemia non è vinta. Soprattutto le fasce di età sopra i 59 anni non possono e non devono avere remore. Solo se raggiungiamo l’immunità di gregge (80 per cento di vaccinati) potremo muoverci con maggiore sicurezza». 

Molti hanno dubbi e paure, perplessità alimentate dalle vicende delle ultime settimane legate al vaccino di Astra Zeneca.
«Effettivamente lo snodo è stato gestito malissimo sul piano dell’informazione a livello nazionale: oggi chi ha dubbi deve rivolgersi senza indugi al proprio medico di fiducia che in base alla storia clinica, alle patologie e fattori di rischio darà le indicazioni che servono».

Proprio i medici sono stati trascurati però come terminale dell’atto vaccinale e il meccanismo della prenotazione e dell’sms non aiutano.
«La prenotazione informatica ha funzionato per gli 80 e 70enni, a maggior ragione dovrebbe funzionare per i più giovani. La convocazione a ridosso della somministrazione è spesso un’esigenza legata alla consegna delle dosi che non dipende dalle Asl. Abbiamo tutti il massimo rispetto delle esigenze dei cittadini. Ci saranno sempre più open day senza prenotazione per invogliare a farsi avanti i ritardatari».

L’estate, le ferie, le vacanze da programmare non aiutano.
«Se un giovane oggi si prenota, il range della seconda dose cade a 21 giorni sebbene sia possibile fino a 42 per i vaccini a mRna. Per Moderna a 31 giorni. Nessuno dovrà fare richiami a ferragosto. Chi pensa di rimandare è meglio che si faccia avanti adesso. Bisogna capire che l’avanzare della variante Delta è come un temporale che sta per arrivare e serve l’ombrello. In Gran Bretagna ieri hanno registrato 16.500 contagi. Dobbiamo vaccinarci tutti subito».

A luglio però ci saranno solo il 15 per cento di dosi per le prime inoculazioni: non è una contraddizione?


«Intanto è bene prenotarsi, faremo di tutto per vaccinare quelli che si faranno avanti. Farlo prima della fine dell’estate è cruciale. Vogliamo convincere tutti quanto meno ad aderire».   Leggi l'articolo completo su
Il Mattino