Vaccino ai «fragili», in Campania si parte a fine mese: le priorità stabilite dai medici di famiglia

Vaccino ai «fragili», in Campania si parte a fine mese: le priorità stabilite dai medici di famiglia
Vaccini: la Campania ha un piano strategico nel quale sono indicate, fasi, priorità e categorie di fragili ed estremamente vulnerabili a cui dare la precedenza. La griglia...

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Vaccini: la Campania ha un piano strategico nel quale sono indicate, fasi, priorità e categorie di fragili ed estremamente vulnerabili a cui dare la precedenza. La griglia discende da quella disegnata dal piano vaccinale nazionale ma saranno ora i medici di famiglia - con cui ieri la Regione ha ratificato l’accordo per coinvolgerli appieno - a stabilire le priorità sulla base dell’anamnesi e della conoscenza diretta della storia clinica e dello stato di salute attuale di ciascun assistito. Le sette Asl dovranno ora recepire l’accordo quadro regionale con i camici bianchi. Il piano andrà a regime nell’arco dei prossimi quindici giorni entrando in pista parallelamente alle vaccinazioni già in corso. Immunizzazioni dedicate, in questa fase, al personale sanitario, ultra ottantenni deambulanti, con insegnanti e forze dell’ordine inseriti prima perché finora gli unici candidati tra i prioritari a ricevere il vaccino AstraZeneca solo da alcuni giorni esteso nell’uso a tutte le età e anche per chi abbia patologie non particolarmente invalidanti. Le inoculazioni saranno quindi subito estese alle categorie dei fragili attribuendo la priorità ai più vulnerabili (dializzati, oncologici, cardiopatici, disabili ecc,) per poi proseguire con le stratificazioni previste per fasce di età. 

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L’inserimento dei medici di famiglia è un tassello importante: i 4.200 camici bianchi della Campania, capillarmente distribuiti in tutti i territori, articolati a loro volta in 180 aggregazioni o reti territoriali e di quartiere, potranno scremare, ad esempio, tra tutti gli ultra ottantenni da vaccinare quali siano quelli allettati da raggiungere a domicilio. «Io di anziani non deambulanti ne ho venti su 100 - avverte Pina Tommasielli medico di famiglia, componente dell’unità di crisi che si è battuta per condurre in porto l’accordo - e potrò andare dalla mia Asl, chiedere altrettante dosi per vaccinare nel mio studio gli 80 pazienti ottuagenari autonomi e gli altri non deambulanti a domicilio. É chiaro che tutto dipende dalla disponibilità delle dosi. Per la maneggevolezza e maggiore facilità di conservazione possiamo utilizzare infatti solo Moderna per gli anziani e gli estremamente fragili e Astra Zeneca per le altre categorie. Pfizer, che risponde a criteri più rigidi di conservazione, continuerà ad essere impiegato nei centri vaccinali fissi». Ogni medico è tenuto ad aggiornare in tempo reale la piattaforma informatica dei vaccinati così esclusi delle liste Asl. 

In queste ore a tenere banco nelle famiglie, sui social, tra categorie e professioni, è la necessità di identificare criteri oggettivi per definire le priorità. Ieri è stata proprio l’unità di crisi a chiarire, con una nota, che la precedenza è stata data al personale sanitario e agli ultraottantenni e ora alle categorie fragili e ai disabili, al personale scolastico e alle forze dell’ordine oltre che ai servizi pubblici essenziali. «Apprendo con soddisfazione - avverte il garante dei disabili della Campania Paolo Colombo - che i pazienti fragili hanno la priorità - ora si deve accelerare a cominciare col chiamare gli ospiti delle Rsa e dei centri semiresidenzali maggiormente esposti ai contagi per proteggere i tantissimi ragazzi e ragazze che vivono, in quanto disabili gravi e gravissimi, in tali strutture e i loro familiari e caregiver». In campo anche la Foce, la Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi che per voce del presidente Francesco Cognetti torna a chiedere di immunizzare i 400mila (40 mila in Campania) pazienti oncologici ed ematologici in trattamento attivo e cardiologici gravi d’Italia in contemporanea con gli over 80. 

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Il Piano, dopo gli ultraottantenni prevede di vaccinare per prime le persone estremamente vulnerabili per patologie a partire dai 16 anni di età, quindi le persone tra 75 e 79 anni (sulla base del criterio anagrafico) poi si va dai 70 ai 74 anni, quindi i cittadini con aumentato rischio clinico a partire dai 16 anni di età fino ai 69 e dopo ancora le persone di età compresa tra i 55 e i 69 anni senza condizioni che aumentano il rischio di malattia nuovamente definita sulla base dell’età anagrafica. Nella categoria 6 ci sono infine i soggetti di età inferiore a 65 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico. Qui si collocava la precedenza a insegnanti e addetti a pubblici servizi e di comunità che hanno iniziato prima solo perché finora il vaccino Astra Zeneca era il più disponile e aveva limitazioni di utilizzo nelle altre fasce. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino