«Da un anno a questa parte per il dissesto idrogeologico non è stato fatto nulla. Ci sono state delle ispezioni alle briglie borboniche ma nulla di più. Adesso...
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«Una situazione di grande allerta» continua Clementina, «anche perché gran parte di questi alberi furono coinvolti nell’incendio. Il resto poi è stato fatto dall’acqua che sottraendo il terreno alle radici ha reso i fusti instabili permettendone la caduta. Adesso chiediamo al governo di intervenire in maniera seria perché oltre alla videosorveglianza crediamo sia necessario agire in maniera diretta e con gli uomini sul campo pronti ad entrare in azione».
Il pericolo a quanto sembra, non è solo costituito dai possibili nuovi roghi ma anche da quelle discariche che proprio ai limiti delle aree verdi, si stanno nuovamente “formando” sotto gli occhi di tutti. «Qui non c’è solo il pericolo dei roghi» dichiara Ciro Teodonno presidente della commissione regionale della tutela per l’ambiente del Club Alpino Italiano, «ma anche quello dei rifiuti. Questa purtroppo è diventata una triste costante che ormai ha bisogno del supporto delle autorità perché a quanto pare solo noi cittadini ed attivisti possiamo fare ben poco. Qui si scarica ad ogni ora del giorno e della notte e come si può osservare – semplicemente venendo in zona – la situazione è nuovamente fuori controllo».
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Il Mattino