C'è un primo indagato nell'inchiesta sul caso del video hard di una 19enne di Pozzuoli finito sul web senza il consenso di lei. È il 22enne, studente...
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C'è una svolta nell'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Valeria Sico del pool della procura di Napoli specializzato in reati informatici e guidato dal procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli. All'indagato viene contestato il reato di violazione della privacy ai fini dello scherno e della derisione. Dalle indagini è emerso che sarebbe stato il giovane studente, con il suo telefono, a inviare ad alcuni amici il video che lo ritraeva in momenti di intimità con la 19enne che frequentava in quel periodo. Lo avrebbe fatto per gioco, per riderne o vantarsi. Lo ha fatto, sostiene l'accusa, senza il consenso di lei e quindi violando la privacy della sua compagna.
Assistito dagli avvocati Luigi e Mario Tuccillo, lo studente potrà difendersi e chiarire la sua posizione. Già nei mesi scorsi, quando il caso salì alla ribalta delle cronache, tenne a precisare di essere «profondamente amareggiato», che la ragazza «era consenziente» e d'accordo sia al rapporto sessuale sia alle riprese con il telefonino, di aver saputo che il video circolava sulla rete da alcuni amici e di non essere stato lui a diffonderlo in Internet, ritenendosi piuttosto parte offesa in questa vicenda esplosa subito dopo il caso di Tiziana Cantone, la 31enne di Casalnuovo che appena due settimane prima si era tolta la vita impiccandosi in casa non sopportando più la gogna mediatica per la viralità con cui un suo video hot girava sulla Rete.
Ora la posizione del 22enne nell'inchiesta è cambiata. Sarebbe stato lui a violare la privacy inviando il video ad amici senza che la ragazza ne sapesse nulla prima che la situazione gli sfuggisse di mano. Il video poi finì sul web e in breve tempo iniziò a fare il giro degli smartphone, a passare di telefono in telefono facendo passare di voce in voce dettagli sulla protagonista femminile del filmato che all'improvviso si ritrovò al centro di un'attenzione non voluta, piombando in un profondo disagio e scegliendo l'isolamento casalingo per sfuggire a commenti, allusioni e offese degli utenti della rete e agli sguardi di chi avrebbe potuto riconoscerla in strada. I genitori di lei furono ascoltati dagli inquirenti. Immediatamente si mise in moto la macchina giudiziaria. Il caso esplose proprio nei giorni in cui si meditava sul caso di Tiziana, sugli effetti nella vita di una persona dell'attenzione mediatica, sulla privacy e le sue tutele. A breve la ragazza potrebbe presentare una formale denuncia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino