Carlo Viggiani: quell'ingegnere che provò a raddrizzare la torre di Pisa

Carlo Viggiani: quell'ingegnere che provò a raddrizzare la torre di Pisa
Alternative in pratica non ne aveva. Farai l’ingegnere punto e basta. Non importa se hai frequentato il liceo classico e la matematica non ti piace neanche troppo, sei il primo...

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Alternative in pratica non ne aveva. Farai l’ingegnere punto e basta. Non importa se hai frequentato il liceo classico e la matematica non ti piace neanche troppo, sei il primo della classe e tanto basta. Quelli bravi come te, gli disse il papà agronomo nel giorno della maturità, diventano tutti ingegneri. Dunque, fine della discussione e buono studio. Fu così che Carlo


Viggiani , quello che poi sarebbe diventato uno dei più grandi esperti di geotecnica d’Europa, decise molto “liberamente” quale sarebbe stato il suo futuro. Ingegnere e ricercatore, docente alla «Federico II», ambito relatore a conferenze e seminari nelle migliori università europee, americane, australiane e giapponesi, il professor Viggiani , napoletano di Posillipo, è stato anche tra quelli che hanno provato a raddrizzare la torre di Pisa. Veramente ha cercato di far tornare dritta la torre?

«Ma no, in realtà l’abbiamo consolidata».

Rischiava di cadere?

«Certo. Non solo era pendente ma si muoveva, se non fossimo intervenuti sarebbe crollata nel giro di qualche anno».

Ma lei che cosa c’entra con la torre di Pisa?

«Da geotecnico fui chiamato a far parte della 18esima commissione di studio che ebbe l’incarico di intervenire per evitare il peggio».

Diciotto commissioni?

«Nella storia della torre di Pisa si sono succedute tante commissioni come spesso accade senza mai concludere niente. Fino a quando non crollò la torre civica di Pavia».

Quindi?

«L’evento fece scalpore. Si pensò subito a quella di Pisa. Era arrivato il momento di intervenire sul serio con un nuovo gruppo di lavoro».

Nel quale finì anche lei.

«Fu una bellissima esperienza interdisciplinare. Per la prima volta in commissione non c’erano solo ingegneri ma anche storici dell’arte, restauratori... Salvatore Settis tanto per citarne uno. Devo dire che facemmo un ottimo lavoro».

La torre infatti è ancora in piedi.

«E credo che ci resterà un bel po’».

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