Villa Signorini all'asta: effetto Covid e debito con la banca

Il direttore della struttura: rovinati dalla pandemia

Villa Signorini
«Stiamo facendo i salti mortali per far rientrare la situazione e risolvere la controversia entro luglio, così da non dover vendere all'asta la struttura. Siamo...

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«Stiamo facendo i salti mortali per far rientrare la situazione e risolvere la controversia entro luglio, così da non dover vendere all'asta la struttura. Siamo speranzosi». Così la direzione generale di Villa Signorini, una delle 122 ville settecentesche del Miglio D'Oro acquisita da privati e da anni hotel a 4 stelle e centro congressi, commenta la notizia diffusasi in questi giorni della vendita della sontuosa struttura in via Roma a Ercolano. Ha sorpreso, infatti, trovare su uno dei siti di annunci immobiliari più famosi d'Italia, www.idealista.it, l'annuncio di battuta all'asta del complesso, circondato da un ampio parco con giardino, piscina e due sale per ricevimenti. L'annuncio indica che è possibile aggiudicarsi il prestigioso edificio partendo da una base d'asta di 6,2 milioni d'euro; l'asta è fissata per l'11 luglio presso il Tribunale di Napoli. Trattandosi di una delle Ville private che gode di ottima salute, rispetto alla maggior parte abbandonate e fatiscenti, e che da decenni è un punto di riferimento per gli eventi nell'area vesuviana, l'annuncio ha scatenato l'interesse di molti potenziali acquirenti.

Ma cosa è realmente accaduto per spingere i titolari a mettere in vendita una struttura così produttiva? «C'è un contenzioso con una banca - ha spiegato il direttore generale - e tra i proprietari che negli ultimi tempi è degenerato e il Tribunale è intenzionato a procedere. Non c'è fallimento, ma un debito per un mutuo che stavamo saldando ma, con l'arrivo della pandemia e lo stallo economico per tutto il settore turistico, è aumentato anche a causa di ulteriori spese. Il Covid, purtroppo, ha peggiorato la situazione in tutti i sensi, per cui siamo stati obbligati a mettere in vendita la struttura, non era nelle nostre intenzioni».

La società titolare negli ultimi tempi aveva provveduto anche alla riqualifica delle facciate e alla manutenzione. Per questo motivo Villa Signorini, a parte poche altre private e quelle gestite dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane (Campolieto, Ginestre, Ruggiero, Parco a mare Villa Favorita), è tra quelle meglio mantenute di tutto il Miglio D'Oro. «Passato però, il periodo critico della pandemia - ha concluso il direttore - abbiamo ripreso le nostre attività, con eventi, ricevimenti e meeting. Questo è un segnale di ripresa che ci rende ottimisti e ci fa sperare di poter risolvere la controversia entro luglio, così da non essere costretti a vendere la Villa». I proprietari lanciano anche un invito ai lettori a scegliere Villa Signorini per gli eventi, in modo da contribuire a questa corsa contro il tempo per evitare di venderla. La struttura fu edificata nel XVIII secolo, ma non è noto il nome dell'architetto.

Dopo la prima proprietà di Andrea Alfano, si susseguirono le proprietà G. B. Cirella (fino al 1809), delle famiglie Gaetani dell'Aquila d'Aragona (fino al 1884), di Carlo Brancia (fino al 1911) e soprattutto, quelle di don Paolo Signorini, uno dei titolari della ditta conserviera Cirio. Con Signorini nacque il polo meridionale del pomodoro campano che per decenni ricoprì un intero ciclo produttivo (conserve, pasta, marmellate etc), fino agli anni 70 del Novecento, in cui l'azienda fu ceduta alla Sme e nel 1993 privatizzata.
 

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Il Mattino