«Il Lido Mappatella affidato con un bando alle associazioni da giugno a novembre per fare sport acquatici, affittare canoe, kayak e pedalò e avere un piccolo bar...
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L’iniziativa è emersa a margine del convegno «L’emergenza idrica e la dissalazione dell’acqua marina: impatti e normativa», organizzato dall’associazione Marevivo, presso il Circolo Canottieri di Napoli.
«Marevivo – spiega la presidente Rosalba Giugni – è da sempre in prima linea per la tutela del mare, che rappresenta una grande risorsa per il territorio». «Assieme alla Lega Italiana Vela – aggiunge Raffaella Giugni, consigliere Marevivo – abbiamo realizzato un’App che consente ai velisti di segnalare la presenza di cetacei, meduse, tartarughe o rifiuti in mare. I dati sono poi studiati dalle Università».
«Siamo ben felici di ospitare questi eventi – commenta Ivan Filippelli, vicepresidente del Circolo Canottieri – che promuovono la tutela del mare».
«Con le associazioni come Marevivo – aggiunge Daniela Villani – abbiamo già iniziato una lotta contro lo sversamento delle microplastiche. A maggio partirà la seconda edizione della campagna informativa “Un mare di opportunità”, in collaborazione con Aeroporto, Porto e Anm, con clip di un minuto e mezzo nelle stazioni e cartelloni alle fermate dei bus per sensibilizzare contro gli sversamenti di rifiuti a mare. A breve, inoltre, sarà disponibile sul portale del Comune, una sezione dedicata al mare, con tutti gli itinerari per i lidi e le attività acquatiche».
«Dobbiamo continuare a interrogarci sul mare e sulle sue risorse – incalza Rosalba Giugni – La dissalazione è uno dei temi più importanti. Secondo recenti studi, nel 2030 c’è il rischio che metà della popolazione mondiale non abbia acqua potabile a sufficienza. La dissalazione dell’acqua di mare può essere una strada, ma occorrono normative precise, che oggi mancano, e valutazioni di impatto ambientale, affinché i fanghi risultanti non contaminino l’ambiente».
«Per l’Italia si tratta di una nuova frontiera – spiega l’ingegnere Sergio Colagrossi, consulente di Idroambiente, società napoletana del settore – Ci sono una decina di impianti attivi o in costruzione, soprattutto sulle isole (Eolie e Ponziane, Lampedusa, Pantelleria, isola D’Elba), ma tutti di piccole dimensioni: tra i mille e i 4mila metri cubi al giorno, contro gli impianti di Spagna e Israele da 100-150mila metri cubi. Ci sono ipotesi per grandi impianti in Sicilia. Ma anche la Campania potrebbe avvantaggiarsi di queste tecnologie. Il problema è che al momento non c’è una legge che governa questo settore. Sarebbe importante supportare la sostenibilità degli interventi con una norma specifica».
«La carenza d’acqua – conclude Francesco Aliberti, docente di Igiene della Federico II – può essere superata anche con l’impiego di dissalatori, che vanno adeguatamente progettati e gestiti, per evitare impatti sull’ambiente».
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Il Mattino