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Torna a scorrere il sangue a Scampia. Killer in azione alle 18,30 di ieri in via Annamaria Ortese, a poche decine di metri dalla Villa Comunale del quartiere alla periferia nord di Napoli. Dieci colpi per eliminare un nemico. Omicidio di chiara matrice camorristica. A cadere sotto il colpi di uno, o forse due killer, è il 39enne Vincenzo De Luca, raggiunto da ben 10 proiettili al torace, alla gola, con l'ultimo fatale colpo alla tempia esplosi da pistole calibro 9. Il raid si è consumato all'interno di un circoletto abusivo - uno dei tanti tollerati (e mai sanzionati) nelle zone sia del centro cittadino che degli estremi lembi periferici di una città nella quale la camorra continua a dettare la sua nera legge di piombo e di morte. Eppure in quelle pseudo associazioni culturali si annidano da sempre delinquenti di ogni risma e vecchie conoscenze delle forze dell'ordine.
Si è fatto buio quando il sicario, con ogni probabilità accompagnato sul luogo nel quale deve compiere la sua esiziale missione da un complice che guida uno scooterone, entra all'interno del circolo Ultrà Napoli Sezione Scampia Ciccio Turrini. All'interno c'è chi gioca a carte o a bigliardo. Nessuno si aspetta l'imminente apocalisse di fuoco.
Due stanzette, un anfratto nel quale la vittima, braccata dalla canna di una pistola, non ha scampo anche per la mancanza di vie di fuga. Almeno due i colpi che raggiungono De Luca al volto. Massacrato come un boss. Svuotati i loro caricatori, i killer si sono dati alla fuga secondo il consueto copione, che - ancora una volta in questo caso - contempla la vergogna dell'assenza di testimoni. Tutti fuggiti, e nessuno presentatosi ai carabinieri che adesso indagano su questo ennesimo delitto di stampo mafioso nel quartiere che cerca di risollevarsi: Scampia.
De Luca era una carta conosciuta negli ambienti della criminalità di Scampia e dintorni. Indagini affidate ai militari della compagnia Stella dei carabinieri. La vittima, da sempre vicina al gruppo degli Abbinante. Da numerose e aggiornate informative De Luca era indicato come esponente di spicco dal gruppo dei maranesi, come gli Abbinante sono soprannominati a Scampia e, in particolare, come soggetto legato ai vertici dell'organizzazione che fu tra le promotrici della sanguinosa faida con i Di Lauro. Il secondo, e più importante dettaglio, è che gli stessi Abbinante, dopo aver passato gli ultimi anni ai margini dello scacchiere criminale a seguito della sconfitta militare nel corso della cosiddetta terza faida, da qualche tempo avrebbero ripreso un ruolo di primo piano all'interno degli equilibri criminali dell'area nord, grazie soprattutto a una rinnovata intesa con gli Amato-Pagano di Melito.
Dalle ultime indagini emerge che il sodalizio, oltre ad aver ripreso il controllo di alcuni territori perduti durante l'ultima guerra di camorra, avrebbe esteso la sua influenza anche sulla zona della cosiddetta 33, rione nel quale è stato ammazzato De Luca. Ulteriore elemento che per gli investigatori confermerebbe l'ipotesi dell'epurazione interna è la dinamica dell'agguato, sulla quale però sono ancora in corso accertamenti. Secondo una prima ricostruzione, De Luca sarebbe arrivato all'interno del circolo da poco quando è stato raggiunto da un killer che, dopo avergli esploso contro quasi l'intero caricatore di una semiautomatica, si è dileguato insieme a un complice che lo attendeva all'esterno in sella a uno scooter. Dinamica che, se confermata dalle indagini, indicherebbe che i killer erano a conoscenza della presenza della vittima all'interno del locale dove, forse, sarebbe stato attirato da chi si fidava.
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