Violenza contro le donne, al Duomo di Napoli 106 sedie vuote per ricordare le vittime di femminicidi

Su ogni sedia raccontata una breve storia di ciascuna vittima

Al Duomo di Napoli 106 sedie vuote per ricordare le vittime di femminicidi
Anna, Elena, Silvana, Maria, Monica, Francesca e poi ancora Eleonora, Vera, Cettina e infine Giulia. Sono solo alcuni dei tanti – troppi – nomi che da questa...

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Anna, Elena, Silvana, Maria, Monica, Francesca e poi ancora Eleonora, Vera, Cettina e infine Giulia. Sono solo alcuni dei tanti – troppi – nomi che da questa mattina campeggiano su 106 sedie, una per ogni donna vittima di femminicidio in Italia dall’inizio del 2023, posizionate sul sagrato del Duomo di Napoli in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

L’installazione dal grande valore simbolico, promossa dal Centro Italiano Femminile e la quarta municipalitá del Comune in sinergia con la Cattedrale di Napoli, vede accompagnare su ogni sedia anche una breve storia di ciascuna vittima. Segnate, invece, con dei cartelli rossi le otto donne campane uccise per mano di un uomo dallo scorso gennaio. Non manca poi uno speciale omaggio per la giovane Giulia Cecchettin, a cui è stato dedicato un ulivo benedetto stamani dal parroco del Duomo, padre Vittorio Sommella, che sarà presto piantato nel giardino della Cattedrale. 

«Purtroppo la tragica storia di Giulia è solo l’apice di un fenomeno che attanaglia da Nord a Sud il nostro Paese – spiega la presidente della IV Municipalità, Maria Caniglia - Questa mattina vogliamo lanciare un messaggio molto importante a tutte le donne che hanno paura o vivono situazioni di particolare fragilità: non siete sole». La presidentessa del parlamentino invita a rivolgersi al numero nazionale antiviolenza e antistalking, il 1522. «Il nostro obbiettivo – precisa – è lavorare affinché si possa avere un centro antiviolenza per ogni singola municipalità: sarebbe un passo in avanti molto importante che parte da Napoli per lanciare uno sprono a tutta l’Italia». 

A tutto quel Paese ancora prepotentemente scosso dal tragico epilogo che ha coinvolto la 22enne veneta Giulia Cecchettin. Uccisa a sangue freddo dall’ex fidanzatino, suo coetaneo, solo pochi giorni prima di poter discutere la tesi di laurea. Una storia atroce che sciaguratamente continua a ripetersi ciclicamente in tutto lo stivale senza distinzioni di età o fasce sociali.

«Purtroppo negli ultimi anni non è cambiato molto – denuncia amareggiata Fiorella Girace, presidente provinciale del Centro Italiano Femminile - il 2023 ancora deve terminare e già piangiamo 106 vittime. Non tutte sono note, di molte a stento si conoscono le storie: vederle qui tutte insieme però colpisce come un colpo allo stomaco e forse può iniziare a far generare una riflessione di cui necessariamente il nostro Paese ha bisogno: il cambiamento lo auspichiamo attraverso una presa di coscienza forte».

Missione per cui la chiesa di Napoli si batte da sempre. «Educare le coscienze è diventata oggi la vera emergenza – ricorda padre Vittorio Sommella, parroco del Duomo di Napoli - D'altronde il nostro arcivescovo, Don Mimmo Battaglia, insieme con le istituzioni ha voluto fin dal suo insediamento un patto educativo per le nuove generazioni. I problemi vanno risolti a monte piantando semi di giustizia, onestà e amore responsabile che siamo certi diventeranno presto alberi nei cuori dei giovani uomini e delle giovani donne».

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Il Mattino