I cinesi scommettono su Napoli e, soprattutto, sui napoletani con l'inaugurazione del megastore che assume solo personale italiano e, preferibilmente, partenopeo....
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«Vogliamo integrarci e condividere con il territorio la nostra idea imprenditoriale» spiega Gino Pan, 35enne originario di Zhejiang che, insieme ad altri due soci, ha aperto Hone con l'obiettivo di arrivare, in 3 anni, a una catena di 30 negozi con personale napoletano. «Il nostro store vende prodotti italiani di alta qualità» chiariscono Jhonny Yu e Marco Zhu, gli altri due soci che come Gino, vivono da dieci anni a Napoli e, per semplicità, hanno adottato dei nomi più facili da pronunciare per i loro amici italiani. «Assumere personale italiano e, in particolare napoletano in quanto legato al territorio dove abbiamo aperto il negozio, riflette l'idea di un commercio di alta qualità - commentano i tre cinesi - permette di avere un rapporto alla pari con la clientela, senza difficoltà di comunicazione e per noi, è un passo di integrazione sociale».
La voglia di integrazione lanciata dallo slogan cresciamo insieme, cresciamo tutti che compare tra le insegne nel locale, va affiancata alla mentalità organizzativa tipica degli imprenditori cinesi. «Abbiamo creato un manuale del dipendente fatto di poche e semplici regole con suggerimenti per ottenere anche bonus economici» spiegano Marco, Jhonny e Gino mentre impugnano alcuni cartelli che riassumo queste indicazioni. «Discutere poco di argomenti non attinenti al lavoro e non parlare al cellulare ad eccezione di urgenze» sono le istruzioni principali che, se rispettate, prevedono anche premialità ma non solo. «Chiediamo al nostro personale di conoscere i prodotti esposti nel reparto di assegnazione e proponiamo un periodo di apprendimento di quattro settimane per approfondirne la conoscenza - aggiungono i soci - successivamente, con un piccolo esame, verifichiamo la preparazione che in caso di successo ci si ritrova 200 euro di bonus in busta paga».
«La pulizia, adesso più che mai, è uno degli aspetti che curiamo maggiormente a cominciare dai dispositivi di protezione individuale e dal rispetto delle distanze di sicurezza ma siamo molto scrupolosi per tutto ciò che riguarda l'aspetto igienico-sanitario del locale e dei prodotti» spiegano i tre imprenditori che non temono il Covid. «Sicuramente il Coronavirus ha reso le cose più complicate ma riteniamo che proprio nei momenti di difficoltà, a volte, un investimento può rivelarsi fruttuoso» racconta Marco che, come gli altri, ha lavorato per molti anni nel quartiere Gianturco portando avanti attività di commercio all'ingrosso. «Dare la possibilità di lavorare in un momento come questo ha un gran valore sociale e contribusce all'integrazione e all'inclsuione tra due popoli» conclude Zhiqiang Wu portavoce della Comunità cinese a Napoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino