La fontana del Vomero sfregiata, il Comune di Napoli risarcirà Ernesto Tatafiore

La fontana del Vomero sfregiata, il Comune di Napoli risarcirà Ernesto Tatafiore
Si è chiuso il primo grado di giudizio tra Ernesto Tatafiore e il Comune di Napoli chiamato in causa per la rimozione da via Scarlatti, il 14 agosto del 2018, della fontana...

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Si è chiuso il primo grado di giudizio tra Ernesto Tatafiore e il Comune di Napoli chiamato in causa per la rimozione da via Scarlatti, il 14 agosto del 2018, della fontana Itaca per una ristrutturazione urgente, ma a tutt'oggi non avviata. In questi due anni l'opera di Tatafiore è rimasta in uno spazio aperto e incustodito nella Mostra d'Oltremare, e tuttora si trova lì, esposta alle intemperie e ai bisogni dei cani, che i padroni di solito in quella zona lasciano liberi. Il giudice Barbara Tango, della quarta sezione civile del tribunale di Napoli, ha condannato il Comune al risarcimento in favore di Tatafiore di 22mila euro oltre gli interessi legali e al pagamento delle spese processuali. 

Il giudice ha riconosciuto la colpa di Palazzo san Giacomo, si legge nella sentenza, per «l'abbandono, senza alcuna cura e manutenzione» della scultura di Tatafiore e senza che sia stata avviata alcuna opera di risanamento «nonostante le continue promesse e le reiterate assunzioni di impegno». E qui la bordata è per i tanti politici che si sono impegnati a risolvere il problema, ma alle parole non sono seguiti i fatti. Primo fu l'assessore alla Cultura Nino Daniele, che per la verità si scusò e volle incontrare personalmente Tatafiore per testimoniare la sua vicinanza. Dopo Daniele, a riempirsi la bocca di promesse sono stati i tecnici, i dirigenti, qualche consigliere comunale. Neanche l'attuale assessore Eleonora De Majo è riuscita a risolvere il problema, per non parlare del silenzio del sindaco De Magistris. La sentenza ha stabilito che il comportamento del Comune ha costituito «una seria lesione non solo del diritto all'integrità dell'opera, ma anche alla reputazione professionale dell'autore che va risarcita». 

Tatafiore ha sempre lamentato le continue omissioni e scorrettezze dell'amministrazione comunale, prima colpevole della mancata manutenzione, poi di una rimozione sotto Ferragosto notificata all'autore senza il dovuto preavviso, quindi di abbandono dell'opera, così da «aver costituito un grave pregiudizio di carattere patrimoniale con ricadute negative sul mio prestigio». Insomma in tutta questa vicenda l'opera di Tatafiore, in questo caso così umiliata e maltrattata, può avere come effetto quello di far considerate tutte le sue opere meno ricercate sul mercato, nazionale e internazionale, del collezionismo d'arte. Tatafiore ha esposto in tutto il mondo, da Berlino a Oslo, da Londra a Madrid e New York. La somma di 22mila euro è calcolata tenendo conto «della durata dell'offesa, poco più di due anni, poi dello stato dell'opera, non visibile né conservata in modo appropriato, della risonanza mediatica ma anche della possibilità, ancora sussistente, di riportare l'opera alla sua precedente consistenza e bellezza». Nella sentenza è sottolineato che Itaca «giace abbandonata senza alcuna tutela e vigilanza, nonché danneggiata». La difesa del Comune ha contestato, come principio di base, il diritto di Tatafiore a sindacare sulle decisioni dell'amministrazione in merito a un'opera regalata alla città nel 1999. Su questo punto il giudice è stato molto chiaro, precisando che «indipendentemente dai diritti esclusivi di utilizzazione economica dell'opera, l'autore conserva il diritto di rivendicare la paternità dell'opera e di opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione o altra modificazione, e a ogni atto a danno dell'opera stessa, che possano essere di pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione». E adesso? Per Tatafiore una soluzione immediata c'è, espressa tramite il suo legale Carlo Penna: «Se il cantiere non si dovesse aprire in tempi brevi il Comune potrebbe riposizionare la fontana in via Scarlatti e poi, lì, procedere agli interventi necessari alla sua manutenzione. In mancanza di nuove intese, immediatamente operative, con controparte, per il restauro e il ricollocamento della Fontana Itaca, darò corso ad altro giudizio in danno del Comune». 

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Il Mattino