«Mi chiamo Italia e faccio l'operaia», la lettera di Natale dei lavoratori della Whirlpool

«Mi chiamo Italia e faccio l'operaia», la lettera di Natale dei lavoratori della Whirlpool
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«Mi chiamo Italia Orofino e sono una dei Suoi 420 operai di Whirlpool Napoli. Forse Lei non si ricorda di me, ma io Le ho offerto il primo caffè quando venne in tampografia... In officina come diceva Lei». Inizia così la lettera che una delle dipendenti dello stabilimento di via Argine della multinazionale degli elettrodomestici ha inviato oggi all'Ad della Whirlpool, Luigi La Morgia. «Per noi - precisa Orofino - in quell'accordo c'è la vita. Chi ha acceso mutui, chi con finanziarie ha comprato una macchina tanto desiderata, chi come me ha ripreso gli studi universitari per poter finalmente coronare un sogno. Ma il 31 maggio ci crolla il mondo addosso. Lei ha mai provato ad immaginare come si sarebbe sentito se Le avessero tolto la possibilità, l'unica, di portare avanti la Sua famiglia? E se qualcuno Le dicesse che i sogni dei Suoi figli sono stati cancellati con una X? Riesce ad immaginare una mamma con due figli che cresce da sola, come si può sentire se dopo 22 anni le viene detto... Non sei più sostenibile? Sa che noi siamo insostenibili perché ci è stata tolta produzione, sa che il nostro sito, se viene messo in condizioni di produrre come previsto dall'accordo di ottobre, non è in fallimento, ogni sfida l' abbiamo sempre accettata e superata. Ci metta alla prova».

 
«Tra non molto è Natale, ogni bimbo aspetterà il regalo sotto l'albero, i miei figli non hanno chiesto ancora nulla e non credo lo faranno - conclude Orofino - ma io prego vivamente che il regalo più grande possa arrivare da Mamma Whirlpool. Nell'augurarLe un Sereno Natale, prego dal profondo del cuore che Lei possa aiutarci a mantenere vivo il nostro sogno, a mantenerci in vita per ciò che siamo e non per ciò che non possiamo essere» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino